Outsiders: storie di artisti geniali che non troverete nei manuali di storia dell’arte

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Outsiders: 80 vite di artisti geniali, ma sconosciuti ai più. Storie che meritavano di essere raccontate, perché di esseri speciali, forse sconfitti, ma mai arresi, così ostinati a vivere la propria arte. 

Chi conosce Elsa von Freytag- Loringhoven, la baronessa amica, e forse ispiratrice, di Marcel Duchamp? Chi ricorda Cagnaccio di San Pietro autore, tra le altre cose, del capolavoro “Dopo l’orgia?”? Chi ha mai sentito parlare di  Felix Nussbaum? Chi ha mai cerato su Google il nome di Anita Clara Rée? Vi siete mai persi in un dipinto di Pavel Filonov? Vi dice niente il nome di Hannah Höch? E di Maria Blanchard? E di Paul Citroen le cui tavole ispirarono le scenografie di Metropolis? Cosa ne sarà della memoria di Marcelo Pogolotti? E che fine ha fatto Arthur Cravan?   Dorme, dorme sulla collina verrebbe da rispondere, cantando, come in quell’album di Fabrizio De Andrè ispirato all’Antologia di Spoon River. E non è improbabile che Alfredo Accatino si sia ispirato a Edgar Lee Master per raccogliere e raccontare, con tocco poetico, più di 80 vite di artisti geniali a modo loro, ma sconosciuti ai più. Se, infatti, i nomi succitati non vi dicono nulla è arrivato il momento di comprare e leggere i due libri pubblicati da Giunti dal titolo “Outsiders” e “Outsiders 2”. 

OUTSIDERS

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Il fenomeno editoriale di “Outsiders” nasce dalla passione di Alfredo Accatino, tra le tante cose creativo e autore delle cerimonie dei grandi eventi e figlio del pittore Enrico Accatino.  L’autore dei due libri è un #artlover e #artaddicted, come si usa taggarci sui social network,  e anche un autentico amante delle storie che solo l’ARTE può generare. Dal 2010 guidato dalla curiosità e da una passione ingombrante per l’arte,  scrive sul suo blog  http://ilmuseoimmaginario.blogspot.com  cercando di fissare la memoria di opere e di artisti che pur essendo outsider o proprio perché erano fuori dagli schemi non ce l’hanno fatta a diventare famosi a tal punto che la loro memoria si tramandasse come avviene per i tanti autori le cui opere occupano posti di primo piano nelle collezioni e nei musei di tutto il mondo. All’autore, che non è uno storico dell’arte,  non interessa però affatto costruire un percorso cronologico o disegnare una mappa in cui collocare gli artisti di cui ha apprezzato le opere, sforzandosi di incasellare i loro nomi in correnti o gruppi di avanguardia. Nel 2017 il progetto di questo museo Immaginario ha finalmente trovato “casa” in un libro, quando sono stati pubblicati i primi 34 profili  e poi grazie al passaparola che ha decretato il successo della prima pubblicazione, dal settembre 2019 sono apparsi in libreria altri 49 nuovi capitoli.  Non è da escludere, come promesso in un capitolo, che ci sia un terzo libro. Anzi questo progetto meriterebbe di diventare un podcast e magari diventerà un programma televisivo e darà vita ad una mostra. Accatino, infatti, continua imperterrito nel suo intento di cercare di ridare dignità e memoria a eventi o a personaggi con la missione di rendere giustizia ad alcune anime creativi e alle loro vite simili a delle comete delle quali  non è rimasta neanche la scia

OUTSIDERS 2

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Solo leggendo i due libri vi convincerete che la pubblicazione di “Outsiders” è necessaria per tanti motivi. Noah Charney, storico e esperto di crimini dell’arte nel suo saggio  “Il museo dell’arte perduta”, a proposito delle opere d’arte distrutte, rovinate, rubate, o di cui si è persa traccia nel corso dei secoli scrive  “oggi il mondo dell’arte ruota attorno a un nucleo di circa 200 opere storiche fruibili che vengono continuamente esposte e analizzate. Ma ne sono esistite molte altre che hanno meritato uguale se non maggiore considerazione”. Charney non faceva riferimento alle opere degli outsiders ma forse, partendo da questa constatazione è arrivato il momento di mettere a riposo, temporaneamente, quel nucleo di opere che vengono riproposte in tutte le mostre e magari riconsiderare tante opere di altrettanti artisti che all’ARTE hanno dedicato la propria vita ma che hanno ricevuto ben poco. Leggendo le mini-biografie e soffermandosi sulle immagini delle opere proposte ci si ritrova in compagnia di uomini e donne che con ostinazione hanno continuato a nutrire i loro demoni, di persone che solo nell’arte trovavano la forza per realizzare se stesse.  Ognuno di noi cerca qualcosa nell’arte: la libertà, la sensualità, la ribellione. Oppure la sorpresa o l’ironia. O forse lo spirito di chi va contro il pensiero unico. O magari di elevarci e godere della bellezza. O siamo solamente alla ricerca di uno strumento per ingannare il tempo e forse la morte. Tutte le storie di questo libro soddisferanno la nostra ricerca e molte delle opere saranno di ispirazione. 

La maggior parte delle storie sono di persone che hanno vissuto, loro malgrado, nel secolo meno ospitale della Storia perché ebrei, omosessuali o donne. Persone nate povere o fin troppo ricche perché le famiglie approvassero la loro vocazione. Molti di loro sono stati sconfitti dalla loro passione, ma non hanno mai rinunciato a viverla e hanno continuato, nonostante non fossero riconosciuti, a fare arte. Sono stati precursori e anticipatori di stili e approcci. Non hanno potuto integrarsi con i gruppi culturali dominanti e non hanno fatto parte di cordate artistiche. Ignorati dai critici del tempo, o ostacolati e uccisi dai regimi che loro stessi hanno cercato di combattere o di cui svelavano le ipocrisie. Hanno tutti vissuto “solitudini parallele”. Alcuni di loro sono stati criminali, altri potrebbero essere iscritti nel calendario dei santi laici. Tutte le vite di “Outsiders” meritavano di essere trascritte perché sono di esseri speciali che hanno cercato sempre di vivere la propria esistenza non riuscendo a rinunciare alla cosa che  faceva battere il loro cuore: l’Arte. Proprio come noi.

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