“Viaggi d’arte” di e con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

Il libro “Viaggi d’Arte” (edito da Il Sole 24 ore) racconta l’arte attraverso 60 incontri con collezioniste e collezionisti straordinari, intervistati da una giornalista d’eccezione: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, fondatrice dell’omonima Fondazione, ma anche mecenate e collezionista d’arte, ha trasformato le conversazioni nate per la rubrica che tiene da cinque anni sul magazine “How To Spend It, in un libro dal titolo “Viaggi d’Arte”, che costituisce un’ interessante raccolta di interviste da sfogliare prima di prenotare un volo per organizzare una visita ad una mostra o da tenere sul comodino se si è semplicemente appassionati di arte contemporanea. Le interviste sono condotte da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo utilizzando uno stesso format, ripetendo agli interlocutori le stesse domande, come una sorta di questionario di Proust dell’arte. 

Come si evince dal titolo, il tema del libro è l’accostamento del tema del viaggio a quello del collezionismo d’arte. Come dice Jimena Blàzquez Abascal, direttrice del NMAC di Cadice, collezionare è come fare un lungo viaggio appassionante. Costruire una collezione significa prima di tutto costruire una visione del mondo”; mentre l’imprenditore Sheldon Inwentash ha confermato questa visione rispondendo alla domanda sugli inizi della sua collezione con “Il viaggio inizia veramente quando cominci a capire ciò che non conosci”. In “Viaggi d’Arte” ogni collezionista, o coppia di collezionisti, ha svelato le proprie emozioni più intime legate al collezionismo: il finanziere greco  Dimitris Daskalopoulos ha affermato cheIl principale ingrediente per costruire una collezione è il pathos”  mentre Myriam e Amaury De Solages hanno confessato: “Non ci siamo mai considerati dei “collezionisti”. Piuttosto degli innamorati: possiamo vivere solo circondati dall’arte”. Da ciascuna delle sessanta chiacchierate, nate da consolidati rapporti di amicizia, incontri ai margini delle fiere o meeting di lavoro, si possono ricavare originali e personali definizioni di cosa voglia dire essere collezionisti e che cosa spinge questi mecenati del XXI° secolo a comprare opere d’arte.

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Ph. Andrea Basile. Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Nora e Norman Stone cercano lavori che sollevino delle domande, che siano una sfida e anche un po’ una provocazione” mentre Dakis Joannou in ciascuna opera cerca un lavoro che deve essere in dialogo con la nostra cultura, deve avere un forte significato, trasmettere un’immagine memorabile e proiettarsi verso il futuro”. Molto interessante anche la risposta di  Francesca Fon Absburg che da un’opera d’arte si aspettache racconti una storia, mi travolga e mi faccia vedere le cose con piu chiarezza. Deve saper offrire una pluralità di prospettive. Deve essere profonda e complicata, ma allo stesso tempo accessibile e comprensibile”. Molti dei collezionisti intervistati non si sentono i proprietari delle opere d’arte, ma dei semplici custodi con la missione di tutelare e permettere la fruizione delle opere – per questo motivo hanno dato vita a fondazioni e musei. E’ il caso di Tony Salamè che ha detto: la gioia di condividere la mia passione è stata la spinta principale per dar vita al museo”. Lo stesso vale per Budi Tek, imprenditore cino-indonesiamo che ha dato vita allo YUZ Museum di Giacarta ispirandosi ad un antico proverbio cinese “la gioia più grande è quella di cui si può godere insieme agli altri”; e anche per Sindika Dokolo, fondatore dell’omonima fondazione nata nel 2006 per sostenere lo sviluppo della cultura africana e avvicinare all’arte contemporanea gli abitanti dell’Angola e di tutta l’Africa.

Courtesy Il Sole 24Ore

Tutti gli intervistati nell’arco degli ultimi 5 anni sono stati invitati a consigliare i giovani collezionisti, o aspiranti tali, a costruire le proprie collezioni fisiche ed esperienziali. Il consulente strategico Christian Kaspar Schwarm, infatti, confessa che per lui il collezionismo è una sorta di vocazione e per questo sostiene che “non sia necessario acquistare opere per collezionare arte. Ognuno può farlo nello stesso modo con cui colleziona esperienze come incontri speciali o viaggi: con la mente e con il cuore”; mentre l’imprenditore scozzese David Roberts dice: “Si può cominciare con qualsiasi budget, non è necessario aspettare di potersi permettere le opere di artisti famosi” . Infine, ogni intervistato ha segnalato tre artisti emergenti e tre da riscoprire, quali musei e fondazioni visitare per ciascuna delle città e delle nazioni citate e in ultimo quali siti internet o account instagram seguire per migliorare la propria conoscenza del panorama artistico contemporaneo. Non capita tutti i giorni di avere come art advisor i migliori collezionisti del mondo!

 

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