5 mostre da vedere in Nord Italia

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Per i lettori che, durante il weekend, volessero uscire dalla propria città per godersi una scampagnata in giro per il nord Italia approfittando dell’occasione per visitare alcune tra le nostre più belle città d’arte, abbiamo scelto 5 mostre da non perdere assolutamente: passando dal Rinascimento, alle avanguardie del primo Novecento, alla grande fotografia del Novecento per arrivare fino alla più stretta contemporaneità.

Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi: Capolavori dalla Santa Casa di Loreto (Cuneo)

È prodotta da Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo la mostra in corso a Cuneo fino al 17 marzo Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi: Capolavori dalla Santa Casa di Loreto nel Complesso Monumentale di San Francesco. Curata da Vito Punzi, direttore del Museo Pontificio Santa Casa di Loreto, e organizzata con il supporto di MondoMostre, la mostra offre un percorso espositivo con nove opere provenienti dal Museo Pontificio Santa Casa di Loreto, tra cui sette dipinti del ciclo lauretano di Lorenzo Lotto e due affreschi di Pellegrino Tibaldi.

L’obiettivo dell’esposizione è esplorare le reciproche influenze tra Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556),  e Pellegrino Tibaldi (Puria, 1527 – Milano, 1596), artisti dal background fortemente differente, con particolare attenzione al periodo trascorso da entrambi nel cantiere lauretano: com’è noto, infatti, nella fase finale della sua vita, Lorenzo Lotto prese la decisione di trasferirsi definitivamente presso la Santa Casa a Loreto, dove dipinse una serie di tele estreme e toccanti, dopo aver lasciato nel santuario una potente pala d’altare. A sua volta, anche Pellegrino Tibaldi giunse a Loreto quando era già un artista affermato sia Bologna sia a Roma, come pittore e stuccatore, e vi lasciò opere importanti, con evidenti richiami michelangioleschi. La mostra a Cuneo offre l’opportunità di ammirare gli ultimi capolavori di Lotto e di confrontarli con gli sviluppi dell’estremo Rinascimento.

La mostra sottolinea anche la devozione mariano-lauretana in Piemonte, presentando oltre 80 manufatti legati alla Madonna di Loreto nella regione, con una sezione dedicata alla mappatura territoriale. In provincia di Cuneo, si contano più di 15 di questi manufatti, testimoniando la radicata tradizione e devozione mariana nell’area. Ospitate in nostra anche opere come San Michele caccia Lucifero e Adorazione del Bambino, restaurate attraverso il programma “Restituzioni 2016” di Intesa Sanpaolo.

Robert Doisneau (Verona)

Al Palazzo della Gran Guardia di Verona è ospitata fino al 14 febbraio una vasta retrospettiva dedicata al celebre fotografo francese Robert Doisneau. La mostra, curata da Gabriel Bauret e realizzata in collaborazione con il Comune di Verona, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Silvana Editoriale. Presenta 135 immagini in bianco e nero provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, dove l’artista ha sviluppato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni. Le opere in mostra, tra cui la celebre Le Baiser de l’Hôtel de Ville, Paris, 1950, iconica immagine di una giovane coppia che si bacia davanti al municipio di Parigi, raccontano la vicenda creativa di Doisneau. L’artista cercava di mostrare un mondo gentile e tenero, come affermato da lui stesso: “Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. Il percorso espositivo comprende anche estratti dal film di Clémentine Deroudille Robert Doisneau. Le Révolté du merveilleux e un’intervista al curatore Gabriel Bauret. La mostra offre un’opportunità di immergersi nell’affascinante universo visivo di uno dei più grandi esponenti della fotografia francese.

Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente (Biella)

Sempre più pop e sempre più ironica, giocosa e scanzonata, la scena artistica contemporanea è ormai sempre maggiormente caratterizzata dal lavoro di artisti come Banksy, Murakami, Obey, Liu Bolin, David LaChapelle: protagonisti di un nuovo corso estetico e culturale globale, che ha abbandonato da tempo i ragionamenti un po’ cervellotici sul linguaggio tipici dell’arte concettuale, per parlare in maniera chiara, divertita e dissacrante a un pubblico vasto di temi quali il consumismo, la guerra, la morte, l’ingiustizia sociale. Ecco allora che si pone in perfetta sintonia coi tempi la mostra ospitata, fino al primo di aprile, presso Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero, che riunisce i lavori di artisti internazionali come i succitati Banksy, Murakami e Liu Bolin, ma anche dei loro colleghi italiani che in un modo o nell’altro ne seguono le orme posizionandosi su un terreno comune, come Jago e TvBoy. Tutti artisti che, tra le altre caratteristiche comuni, hanno la predilezione per temi “popolari” e spesso impegnati dal punto di vista sociale o politico, e che sono arrivati al successo grazie alla loro capacità di farsi conoscere fuori dai classici “giri” del sistema dell’arte contemporanea. Il titolo della mostra è molto significativo: “Banksy, Jago, TvBoy e altre storie controcorrente”. Curata da Piernicola Maria Di Iorio, la mostra si svolge in due sedi, presentando 90 opere, tra cui celebri icone come Girl with Balloon di Banksy e Hope di Obey, dedicato alla campagna presidenziale di Obama.

Organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Comune di Biella e Arthemisia, con Biver Banca come main sponsor, la mostra promuove biella come importante centro culturale: oltre a essere un’opportunità interessante per rivedere, o vedere per la prima volta dal vivo, opere iconiche e famosissime come quelle di Banksy e di Obey, la mostra offre ai visitatori anche la possibilità di scoprire Biella e il suo territorio verde, con punti di interesse come il Ricetto di Candelo, il Santuario di Oropa e l’Oasi Zegna. L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, il Comune di Biella e Arthemisia, con Biver Banca come main sponsor.

Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950 (Padova)

Palazzo Zabarella, da tempo considerato un luogo espositivo di ottimo livello nel panorama artistico italiano, si immerge ora in un dialogo internazionale con uno dei più prestigiosi musei newyorchesi, il Brooklyn Museum. La mostra Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950 presenta 59 opere provenienti dalla straordinaria collezione europea del Brooklyn Museum. Con la curatela di Lisa Small, Curator Senior di Arte Europea, e Richard Aste, ex Curatore di Arte Europea del museo newyorkese, l’esposizione ripercorre un secolo imprescindibile per l’arte francese ed europea, quello compreso tra il 1850 e il 1950, caratterizzato da uno straordinario rinnovamento del linguaggio artistico, nel quale gli artisti si distaccarono dal tradizionalismo accademico ottocentesco per concentrarsi, con piglio fortemente innovativo, sui temi della quotidianità e sulle inquietudini della prima modernità.

Il percorso espositivo ha inizio con le suggestioni romantiche e realistiche di Corot, Courbet e Millet, per proseguire poi con la rivoluzione impressionista di artisti come Monet, Sisley, Caillebotte, Pissarro, Renoir, fino a giungere alle prime avanguardie novecentesche, con artisti come Bonnard, Vuillard, Matisse, Léger e Chagall. La mostra include anche la presenza di Degas con un grande quadro e quella di Auguste Rodin, uno dei pochi scultori inseriti in modo prominente nel percorso tematico organizzato per generi. Tra gli altri, sono presenti alcuni protagonisti acclamati sulla scena internazionale e naturalizzati a Parigi, come il simbolista Odilon Redon e Giovanni Boldini, di cui è ospitato un grande, caratteristico Ritratto di signora, del 1912. Un’occasione davvero unica per vedere riuniti insieme alcuni dei maggiori protagonisti del radicale rinnovamento della pittura e della scultura francesi tra fine Ottocento e inizio Novecento, che, con le loro creazioni, diedero inizio all’epoca moderna in Europa.

Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà (Mantova)

La mostra Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà alla Fondazione Palazzo Te a Mantova, visitabile fino al 28 gennaio 2024, esplora il percorso artistico di Rubens alla luce di alcune tematiche ricorrenti, come i soggetti sotrici, mitologici, e il suo rapporto con la pittura rinascimentale e in particolare con l’eredità di Giulio Romano. Curata da Raffaella Morselli e con la collaborazione di Cecilia Paolini, la mostra evidenzia le influenze rinascimentali elaborate durante gli anni mantovani e italiani, che si sviluppano e si evolvono nella pittura matura di Rubens, diventando eredità per i suoi allievi.

Le opere esposte rivelano il dialogo con i miti e l’interpretazione di Giulio Romano, evidenziando la sintonia continua con il Rinascimento e la mitologia. Rubens trasforma il suo mondo in un linguaggio universale, dialogando con le corti d’Europa. Palazzo Te segna la conversione dell’artista da fiammingo a italiano, superando confini religiosi, geografici e politici, creando un linguaggio internazionale. Articolato in dodici sezioni, il progetto espositivo approfondisce tematiche come il mito, l’idillio della natura, la sfida del potere, la lezione di Giulio Romano e la storia romana, presentando oltre cinquanta opere provenienti da musei prestigiosi.

Oltre alle opere di Rubens, sono esposte incisioni dall’Istituto della Grafica di Roma, disegni di Giulio Romano dal Louvre, la serie decorativa di Jacob Jordaens ispirata a Palazzo Te, e tele di artisti legati a Rubens, tra cui Jan Brueghel il Vecchio e i collaboratori Theodor van Thulden, Sebastian Vrancx e David Teniers (Il Giovane). La mostra offre un’ampia prospettiva sulla straordinaria ricchezza e diversità del contesto artistico di Rubens.

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