É il 1958 e a Venezia, sotto i portici delle Procuratie Vecchie, viene inaugurato lo showroom di Carlo Scarpa per Olivetti. Si tratta di un’opera straordinaria, destinata a essere annoverata tra i capolavori dell’architettura italiana. Adriano Olivetti ha esplicitamente chiesto all’architetto veneto di dare vita ad un autentico “biglietto da visita” della propria azienda. E Carlo Scarpa raggiunge in pieno lo scopo, riorganizzando in modo geniale lo spazio originario, piuttosto buio e angusto, secondo un disegno d’insieme armonioso ed una innovativa articolazione dei volumi.
Il risultato è un emozionante ed originale equilibrio tra funzionalità ed eleganza, che trova piena espressione nella ariosa sala principale, introdotta dalla scultura “Nudo al sole” di Alberto Viani. Ma la parte più emblematica dell’opera è la straordinaria scala centrale, con i suoi gradini sospesi, quasi fluttuanti nel vuoto, che si offre alla vista come un capolavoro di leggerezza e dinamismo. Una sensazione che contraddistingue anche gli spazi dei due lunghi ballatoi al piano superiore, sede di piccoli ambienti d’ufficio e di parte dell’esposizione di storiche macchine da scrivere e di calcolo della Olivetti.

E’ il 2025 e, situata nel sestiere di Dorsoduro, viene inaugurata Casa Sanlorenzo, sede di Sanlorenzo Arts: un punto di incontro tra cultura, arte e sostenibilità, progettato dall’architetto Piero Lissoni.
Dice Massimo Perotti, Executive Chairman Sanlorenzo: “Casa Sanlorenzo diventa il luogo in cui si entra per fermarsi, riflettere e condividere. Uno spazio di ricerca, dove l’arte non decora, ma interroga. Dove il design non impressiona, ma accompagna. Dove la bellezza non è mai fine a sé stessa, ma portatrice di un’etica. In un mondo sempre più virtuale, abbiamo voluto investire sulla presenza, sull’incontro, sull’esperienza. Perché crediamo che l’autenticità abbia bisogno di materia, di tempo, di sguardi. E Venezia rappresenta il luogo perfetto per questo progetto”.
La struttura si sviluppa su due piani espositivi, per un totale di 1000 mq, più un giardino di 600 mq, con vista sulle cupole progettate da Baldassarre Longhena per la Basilica di Santa Maria della Salute. Un elemento chiave del restauro, che nel suo complesso presenta una chiara impronta scarpiana, è dato dal ponte che collega Casa Sanlorenzo all’area circostante.

Progettato anch’esso da Piero Lissoni, non è solo un ponte materiale, un’architettura di passaggio, ma anche un ponte ideale, con una profonda funzione culturale. La sua struttura contemporanea, ispirata a quella preesistente, è stata progettata per essere sofisticata e tecnologica, mantenendo un forte legame con la storia del territorio.
Realizzato interamente in metallo prefabbricato, il ponte presenta una superficie in pietra d’Istria, tipica della città lagunare, e un corrimano in legno lavorato che evoca la sagoma di un remo, per evidenziare il legame con l’acqua. La sua forma a schiena d’asino ricorda i ponti medievali, mentre l’arco metallico esprime un’estetica semplice e lineare.

Il ponte, al tempo stesso stilisticamente coerente e tecnologicamente avanzato, utilizza la calandratura per la parte metallica, con gradini in masegni classici veneziani, oggetto di avanzati trattamenti antiscivolo per garantire la sicurezza dei passanti.
Spiega Piero Lissoni: “Credo che l’opportunità di costruire un ponte a Venezia per Sanlorenzo Arts sia più unica che rara. Il ponte è infatti una scala architettonica incredibilmente complessa e porta per me anche una serie di altri significati. Oltre a collegare due punti differenti, il ponte mette in relazione mondi diversi. Non a caso si utilizzano le espressioni ‘creare ponti culturali’ e ‘realizzare ponti umani’. Questo ponte per me non è semplicemente una macchina per trasportare persone, ma un ponte culturale, un ponte ideale”.
Le vicende dello Showroom Olivetti e di Casa Sanlorenzo, oltre a testimoniare l’opera di due maestri del Design come Carlo Scarpa e Piero Lissoni, appaiono utili a riflettere su come dagli Anni del Boom ad oggi sia cambiata la percezione e la funzione del Brand nelle Imprese. Adriano Olivetti, abbiamo detto, aveva chiesto all’architetto veneto di realizzare un’opera che rappresentasse un “biglietto da visita” dell’azienda.

L’Ingegnere di Ivrea aveva così in tre parole rappresentato il significato più profondo rivestito dal Brand per un’impresa dell’epoca: il marchio era sostanzialmente un “indicatore di origine”, un elemento segnaletico atto a contraddistinguere i prodotti e i servizi dell’azienda sul mercato.
Nell’opera realizzata dall’architetto lombardo per Sanlorenzo, ai giorni nostri, una componente particolarmente distintiva e qualificante, si è detto, è rappresentata dal ponte. E in effetti il Brand oggi sempre meno funge da “biglietto da visita” e sempre più, invece, costituisce una sorta di elemento di connessione tra l’impresa e la realtà circostante, che provvede a collegare dal punto di vista comunicativo, valoriale e culturale.
Il Brand, dunque, per utilizzare le parole di Andrea Semprini, come ponte, come “entità discorsiva e semiotica, situata alla convergenza di molteplici reticoli, risultante di una negoziazione permanente tra numerosi attori”.