A pochi passi dal Duomo, dove l’architettura gotica incontra il ritmo febbrile della città, lo spazio visivo di Milano cambia pelle. Sui maxi schermi digitali di Urban Vision, appaiono volti familiari e insieme stranianti: Picasso e Dalí si baciano, Leonardo indossa occhiali da sole, due soldati si abbracciano con l’elmetto ancora in testa. Sono immagini firmate TVBOY, tra i nomi più riconoscibili della Street Art internazionale, che torna a Milano con la mostra Omnia Vincit Amor, ospitata alla Galleria Deodato Arte (Via Nerino 1, fino al 14 giugno 2025). Ma qualcosa, stavolta, è diverso.
Non si tratta semplicemente di comunicare una mostra, bensì di riscrivere il paesaggio urbano con un lessico visivo nuovo, potente, partecipativo. Il progetto – ideato in collaborazione con Urban Vision Group, media company specializzata nella valorizzazione culturale dello spazio pubblico – trasforma i ledwall cittadini in veri dispositivi narrativi, dove le opere di TVBOY interrompono la routine visiva, sollecitano, provocano, commuovono.
“Omnia Vincit Amor” è il messaggio che campeggia su ogni schermo. Non come slogan, ma come chiave d’accesso a una serie di immagini che esplorano l’amore nella sua forma più radicale: quella che attraversa i conflitti, smonta le ideologie, sfida i ruoli. Ogni opera selezionata per la campagna parla con urgenza e semplicità: dalla tenerezza clandestina dei due militari alla complicità surreale di due giganti della storia dell’arte. L’effetto è spiazzante, proprio perché installato lì dove si è abituati a ignorare.

La strategia è chiara: spostare l’opera d’arte dalla parete al flusso, inserirla nel traffico visivo della città, dove si confonde con l’advertising ma ne ribalta il senso. Urban Vision non si limita a “mostrare”, mette in cortocircuito i linguaggi, rompe le attese, costruisce cortine poetiche tra cemento e pixel. Non si tratta di estetizzare l’ambiente urbano, ma di crearvi attrito, invitando lo spettatore casuale a una riflessione non mediata.
Il contributo di Gianluca De Marchi, CEO di Urban Vision, è stato decisivo nel concepire questa diffusione come parte integrante della mostra stessa, e non come semplice supporto esterno. TVBOY, artista abituato a lavorare nello spazio pubblico con interventi effimeri e fortemente iconici, trova in questo circuito tecnologico un nuovo mezzo espressivo, capace di amplificare i suoi contenuti senza snaturarne il tono critico.

La città, in questa operazione, non è scenario, ma campo d’azione. Ogni passante intercetta un frammento del progetto, ogni schermo è un atto, un capitolo, una pausa. Milano non viene “decorata”, ma interrogata: è davvero così assurdo pensare che l’arte possa essere ovunque? Che la bellezza possa parlare senza preavviso? Che una provocazione visiva possa essere più necessaria di un messaggio pubblicitario?
Il gesto di Urban Vision, in questo contesto, non è neutro. È un atto di programmazione culturale che prende sul serio la responsabilità del visibile. Invece di riempire lo spazio con contenuti commerciali, lo apre a un discorso artistico e politico. E questo discorso è chiaro: l’amore – in tutte le sue forme – è ancora l’unico vero antagonista della violenza, del cinismo e dell’indifferenza.
Con questa iniziativa, Omnia Vincit Amor non resta chiusa nella galleria. Si frammenta, si moltiplica, si impone nei non-luoghi, nei momenti inattesi. TVBOY continua il suo lavoro di disturbo poetico, Urban Vision lo rilancia con una regia urbana precisa e incisiva. Insieme, dimostrano che non serve un muro per fare Street Art: basta una superficie, una città, e qualcuno disposto a guardare davvero.