The Last Pot: il secondo atto del Tornitore Matto di Alessi trasforma l’urna in oggetto domestico

Quest’anno al Fuorisalone il Tornitore Matto, il progetto nato da un’idea di Alberto Alessi e del designer Giulio Iacchetti, presenta The Last Pot, il secondo capitolo della propria ricerca sul significato del fare design oggi. Il Tornitore Matto nasce come luogo di ricerca sperimentale nel campo delle arti applicate, per indagare nuovi territori dove designer e imprenditori siano liberi di stabilire autonomamente le regole del processo creativo. La ricerca muove dalle radici produttive dell’Alessi, con l’obiettivo di rilanciarle in una collezione di oggetti a cavallo tra design, industria e artigianato.

Il contenitore è sempre stato il topos dell’attività della Alessi, azienda che fin dalle origini si è dedicata prevalentemente alla creazione di contenitori destinati agli scopi più diversi. Mancava il contenitore ultimo, la variante tipologica alla quale il mondo del progetto aveva finora rivolto poca attenzione: l’urna cineraria, ovvero il contenitore nel quale vengono raccolte le ceneri dopo la cremazione.

The Last Pot è una collezione di urne progettate da una rosa internazionale di designer invitati da Alberto Alessi: Michael Anastassiades (Cipro), Audrey Large (Francia), David Chipperfield (UK), Daniel Libeskind (Polonia, USA), Naoto Fukasawa (Giappone), Philippe Starck (Francia), Mario Tsai (Cina), Michele De Lucchi (Italia), EOOS (Austria), Giulio Iacchetti (Italia). Le urne soso state disegnate con «disciplina laica» da questi progettisti diversissimi tra di loro che, nel dare forma a un progetto così insolito, non hanno fatto alcun ricorso a facili riferimenti di arte sacra, né a decori posticci. Nessuno scontato stilismo, ma semplicemente il design, un design dove la forma segue la funzione.

Il Tornitore Matto By Alessi The Last Pot Teardrop Giulio Iacchetti ph Claudia Zalla

Il risultato è una “strana” collezione di undici urne per esseri umani e sei per animali. Osservandoli uno dopo l’altro questi strani oggetti sembrano avere ciascuno una storia diversa da raccontare, dopo un po’ ci si dimentica persino che sono contenitori di defunti inceneriti. L’obiettivo sembra essere quello di coniugare la spiritualità dell’eterno con la quotidianità dell’ambiente domestico. Oggetti da abbracciare, dunque, ma anche da impilare, da leggere, da annaffiare, da incensare…Per gli appassionati di design e di cultura del progetto, la strana collezione di Alessi offre interessanti spunti di riflessione e di approfondimento.

Il Tornitore Matto by Alessi The Last Pot BONE TO BONE Justice Philippe Starck

Si passa dall’urna trasformata da Daniel Libeskind in oggetto di meditazione all’urna souvenir di Philippe Starck BONE TO BONE che, con il suo messaggio letterale, suggerisce di andare dritti all’osso delle cose; dal progetto abbracciabile di Giulio Iacchetti Teardrop all’ oggetto simbolico dai riferimenti mitologici come l’urna-uovo Swan Song di Michael Anastassiades; dall’archetipo della casa, o meglio dell’ultima casa (Last Home), disegnato da Naoto Fukasawa Anastassiades alla celebrazione della neutralità e dell’equilbrio di Tacet di David Chipperfield; dall’urna scultura, morbida ed organica, A Silver Cord di Audrey Large all’urna libro di Mario Tsai, fino al progetto delle urne impilabili Totem degli EOOS.

L’esposizione ha luogo in una piccola biblioteca a due passi dalla Statale di Milano, la Biblioteca Ostinata, progettata da AMDL CIRCLE per far vivere la letteratura senza sbarramenti. Una scelta non casuale che si riflette nell’allestimento intimo e sospeso firmato da Studio Giulio Iacchetti. Come la scelta di sbarrare quel “last”, che fa intuire che ciò che il tempo nega si può riaffermare attraverso il dialogo metaforico del progetto.

Messaggio di cura e memoria, ma soprattutto di presente, che The Last Pot è una collezione di oggetti quasi in movimento, che perdono la fissità dell’eterno per collocarsi anche nel nostro quotidiano.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Trasformare la morfologia sonora in musica. Iosonouncane, il David di Donatello e i 10 anni di DIE pt 2

Se nella prima parte dell’intervista abbiamo ripercorso le origini di quella voce — da La Macarena su Roma a DIE, passando per la nozione di suono come spazio e attraversamento — in questa seconda parte entriamo nel cuore delle sue recenti esperienze cinematografiche.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno