Nel 2025 il Distretto Culturale Saadiyat di Abu Dhabi – negli Emirati Arabi Uniti – è diventato un centro nevralgico per l’innovazione e il dialogo interculturale, grazie all’alta concentrazione di esperienze culturali. Questo distretto – situato nell’omonima isola – rappresenta uno spazio pubblico globale senza precedenti, dove gli scambi interculturali e intellettuali traducono la visione di Abu Dhabi come paese che celebra e incarna i valori di rispetto e convivenza degli Emirati.
Il Distretto racchiude una costellazione unica di musei, istituzioni culturali, collezioni e programmi dedicati all’arte e alla cultura pubblica, tutti nati negli ultimi anni. Già sede del prestigioso Louvre Abu Dhabi aperto nel 2017, del centro culturale Manarat Al Saadiyat e del Berklee Abu Dhabi, il distretto si prepara ad accogliere tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 altre istituzioni di rilevanza mondiale come lo Zayed National Museum, il Guggenheim Abu Dhabi e il Museo di Storia Naturale, delineando un ecosistema culturale che riflette l’ambizione emiratina di porsi come ponte tra Oriente e Occidente.

La novità più recente e innovativa del Saadiyat Cultural District è rappresentata da teamLab Phenomena Abu Dhabi – inaugurato il 18 aprile – all’interno di uno spazio architettonico unico e fortemente immersivo, com’è nella natura del collettivo artistico giapponese, dove l’intersezione tra arte e tecnologia stimola l’immaginazione di ogni visitatore.
teamLab, fondato nel 2001 a Tokyo da Toshiyuki Inoko e Shunsuke Aoki, è un collettivo artistico internazionale formato da artisti, programmatori, ingegneri, animatori CG, matematici e architetti che hanno come principale obiettivo quello di esplorare il punto di incontro tra arte, scienza, tecnologia e il mondo naturale. Oggi sono conosciuti internazionalmente, ma la svolta arriva nel 2011, quando Takashi Murakami li invita ad esordire alla Biennale di Singapore, dando loro visibilità internazionale. Dal 2014, la Pace Gallery di New York ha iniziato a rappresentarli, contribuendo a promuovere il loro lavoro nel mondo dell’arte contemporanea.
Ambienti ed esperienze realizzate dal collettivo si trovano in tutto il mondo, tra i più celebri il MORI Building Digital Art Museum: teamLab Borderless di Tokyo, inaugurato nel 2018, che offre un’esperienza immersiva di luce, suono e movimento in continua trasformazione, e che ha avuto un enorme successo di pubblico, a cui sono seguite città come Jeddah, Beijing, Osaka, Macao e Singapore solo per citarne alcune.

Quest’anno è la volta di teamLab Phenomena Abu Dhabi, ambizioso spazio di 17.000 mq progettato su misura dagli architetti di teamLab in collaborazione con lo Studio MZ Architects, che diventa di fatto la più grande struttura al mondo progettata appositamente per esperienze multisensoriali.
L’edificio, unico nel suo genere, è stato immaginato dall’interno verso l’esterno e viceversa, per avvolgere gli ambienti interni che producono fenomeni unici e in continuo mutamento, distinguendosi nettamente dalle altre strutture teamLab nel mondo. Il nuovo spazio – i cui lavori sono stati avviati nel 2021 – si trova accanto a istituzioni come il Louvre Abu Dhabi e al futuro Guggenheim Abu Dhabi, ora arrivato alle fasi finali di costruzione – e rappresenta un tassello fondamentale nella strategia degli Emirati Arabi Uniti di consolidare Abu Dhabi come capitale mondiale della cultura e dell’innovazione artistica.
Il progetto, fortemente voluto da Sua Eccellenza Mohamed Khalifa Al Mubarak e Presidente del Dipartimento per la Cultura e il Turismo di Abu Dhabi, ha coinvolto la Miral come principale sviluppatore di destinazioni esperienziali della città e il collettivo artistico giapponese, incarnando così una visione audace che supera i confini della creatività, della tecnologia e della percezione umana.

Una nuova visione: Enviromental Phenomena
Il fulcro concettuale di teamLab Phenomena Abu Dhabi è incarnato dal nuovo tema sviluppato dal collettivo chiamato Enviromental Phenomena, grazie al quale le opere – suddivise in due macroaree tra Dry Area e Water Area – non esistono indipendentemente, ma sono generate e sostenute dall’ambiente che le circonda, favorendo l’evoluzione organica delle installazioni, come fossero forme di vita in continuo mutamento.
Toshiyuki Inoko, fondatore di teamLab, ha confermato che le nuove opere d’arte di teamLab Phenomena Abu Dhabi non esistono in modo indipendente, ma prendono vita dall’ambiente che genera i fenomeni alla base della loro esistenza. Tradizionalmente, ciò che l’uomo ha creato è stato costruito attraverso la materia, come una roccia, con una struttura stabile e autonoma. Al contrario, le opere di teamLab Phenomena sono plasmate dall’ambiente stesso: è questo a dar loro forma, sostenendone l’esistenza e definendo questa condizione “fenomeni ambientali”.
Elementi come l’aria, l’acqua e la luce, che permeano la nostra quotidianità, vengono trasformati dall’ambiente in fenomeni unici, diventando essi stessi opere fruibili. I confini di questa esistenza – ed esperienza – diventano per le persone fluidi e indefiniti. Anche se un’opera muta a seguito dell’interazione con il visitatore, essa continua ad esistere finché il suo ambiente è preservato. Sta tutto nel cambio di percezione, che si sposta dall’esistenza in sé all’ambiente che la rende possibile.

Dry Area: ordine spontaneo e percezione condivisa
Il percorso esperienziale conduce il visitatore attraverso oltre 20 ambienti che sollecitano i sensi, destrutturano la percezione dello spazio e dissolvono le barriere tra arte e corpo.
L’ingresso nella Dry Area avviene con Spontaneous Order in Chaos, un’opera che si configura come una meditazione sulla generazione spontanea di ordine all’interno del caos. Senza un centro visivo, senza una guida narrativa, i tratti di colore reagiscono alla presenza del pubblico in un continuo processo di auto-organizzazione. È un universo che emerge dal disordine per poi esservi riassorbito, in un ciclo continuo di trasformazione.
A seguire, Biocosmos simula il volo sincrono di centinaia di migliaia di uccelli: un organismo vivente collettivo, un’entità spaziale e temporale che sfida le categorie della materia. L’opera, pur nella sua apparente instabilità, mantiene una coerenza d’identità che trascende i suoi elementi costitutivi.
Graffiti Nature and Beating Earth, invece, coinvolge direttamente il pubblico nella creazione dell’ecosistema artistico. I visitatori possono disegnare creature su carta che poi prendono vita nello spazio circostante, interagendo in un ciclo ecologico digitale che simula l’equilibrio precario tra vita e morte, creazione e scomparsa.

Water Area: corpi immersi nell’opera
L’accesso alla Water Area richiede di abbandonare le calzature: un gesto simbolico che invita a una piena immersione, fisica e sensoriale. In Floating Microcosms, installazione storica del collettivo, dove i visitatori camminano tra Ovoids che reagiscono al tatto e al movimento, emettendo suoni e bagliori in una danza collettiva di luce e risonanza. L’ambiente si trasforma in tempo reale, generando un’unità fluida tra il corpo e lo spazio.
Segue Massless Amorphous Sculpture, una scultura eterea fatta di bolle di sapone che fluttua sospesa nell’aria, sfidando la gravità e i concetti tradizionali di materia. Non può essere spostata, ma risponde alle correnti d’aria e si rigenera dopo essere stata danneggiata, incarnando una forma d’esistenza definita non dalla materia, ma dall’energia.

Concepite come “sculture d’ordine energetico”, le installazioni di teamLab Phenomena Abu Dhabi non propongono semplicemente un’arte immersiva, ma esplorano le possibilità di una nuova ontologia visiva. Le opere si dissolvono e si riformano, evolvono insieme al visitatore, diventando non oggetti da contemplare, ma ambienti da abitare.
L’intero complesso si configura come un organismo vivente, dove i confini tra arte, spettatore e ambiente si sfaldano, dando vita a un’esperienza di profonda connessione e partecipazione. Si tratta di un invito a superare le distinzioni tra il sé e l’altro, tra lo spazio interiore e quello esterno, tra il mondo reale e quello percepito.
Con l’inaugurazione di teamLab Phenomena Abu Dhabi, la capitale emiratina non solo rafforza la propria posizione come polo culturale di rilievo internazionale, ma ridefinisce i confini dell’arte contemporanea, introducendo un nuovo paradigma percettivo e concettuale.


