Prosegue la terza edizione di Cagliari Urbanfest

La terza edizione di Cagliari Urbanfest – Generazioni Metropolitane prosegue dal 16 gennaio con una programmazione articolata e profondamente radicata nei temi della sostenibilità sociale, un concetto che il festival esplora intrecciando linguaggi artistici e contesti urbani. Ideato da Asteras sotto la direzione artistica di Ivana Salis e Barbara Catte, l’evento si distingue per la capacità di trasformare spazi della città in piattaforme di dialogo culturale e sociale, coinvolgendo diversi quartieri di Cagliari – Castello di San Michele, Stampace, Marina e Sant’Elia – in un itinerario che combina arte, comunità e riflessione.

Il programma si apre con la mostra collettiva Burnout, ospitata al Temporary Storing nel quartiere di Stampace e realizzata in collaborazione con la Fondazione per l’arte Bartoli Felter. Le opere di Nicko Straniero, Tonino Mattu, Gianluigi Concas, Michele Pau e Amirah Suboh delineano un percorso che si snoda intorno alle problematiche legate alle condizioni lavorative, affrontando temi quali lo sfruttamento, la negazione dei diritti fondamentali e le conseguenze psico-fisiche che ne derivano. Ogni artista contribuisce con un approccio peculiare, combinando indagine sociale e introspezione. Nicko Straniero, ad esempio, si concentra sul linguaggio visivo evocativo per rappresentare l’alienazione; Tonino Mattu riflette sulla disumanizzazione attraverso simboli industriali, mentre Amirah Suboh mette in luce la fragilità dell’equilibrio tra corpo e mente in un contesto di continua pressione. La collettiva si configura come una narrazione corale, che non si limita a denunciare, ma invita a interrogarsi sulle possibilità di cambiamento.

Il 17 gennaio, l’attenzione si sposta sul Castello di San Michele, che ospita due momenti di grande interesse. La mattina si inaugura Nuove Illusioni, una collettiva che riunisce le opere di 14 artisti, tra cui Luciana Aironi, Nicola Caredda, Mara Damiani e Gavino Ganau, per indagare il confine tra realtà e illusione nell’epoca del digitale e del metaverso. La selezione, composta da oltre 90 lavori, abbraccia diversi media, offrendo un’analisi complessa delle trasformazioni percettive indotte dall’intelligenza artificiale e dalla virtualità. Tra memoria, relazioni e identità sociale, la mostra pone interrogativi su come questi cambiamenti stiano ridefinendo il nostro rapporto con lo spazio e il tempo. La profondità del progetto emerge nella capacità degli artisti di coniugare critica tecnologica e introspezione esistenziale, esplorando le tensioni tra innovazione e perdita di autenticità.

Nel pomeriggio, il Castello ospita la conferenza Identità urbana e paesaggistica di Sant’Elia. Progetti dal passato e idee per il futuro, un’occasione per riflettere sul quartiere di Sant’Elia e il suo potenziale di rigenerazione. Accademici, amministratori e professionisti, tra cui Maria Francesca Chiappe, Rita Pamela Ladogana e Matteo Lecis Cocco Ortu, offrono spunti teorici e pratici per rileggere il tessuto urbano come luogo di connessione tra storia e innovazione. L’attenzione alla specificità del territorio si intreccia con visioni progettuali che mirano a coinvolgere la comunità locale in processi partecipativi e sostenibili.

Sabato 18 gennaio, il festival prosegue con il tradizionale Mural Tour di Sant’Elia, un percorso guidato alla scoperta delle opere di Street Art realizzate durante le precedenti edizioni del festival. Questo appuntamento consolida il legame tra il festival e il quartiere, celebrando l’arte pubblica come strumento di narrazione collettiva e di trasformazione estetica. La sera, presso Spazio e Movimento alla Marina, viene presentata Confini, l’installazione audiovisiva di Enrica Sirigu. Progetto conclusivo di un percorso partecipativo incentrato sulle discriminazioni di genere e le molestie sul lavoro, l’opera rielabora simbolicamente testimonianze raccolte nell’ultimo anno, costruendo una riflessione visiva sul concetto di limite personale. Attraverso immagini e suoni, Confini affronta le violazioni che colpiscono il corpo e la mente, trasformandole in una denuncia poetica e universale.

La giornata conclusiva, il 19 gennaio, si svolge interamente al Castello di San Michele, con una serie di eventi che uniscono arte, musica e narrazione. La mattina, la visita guidata a Nuove Illusioni, condotta dalle curatrici Ivana Salis e Barbara Catte, culmina nella performance musicale del duo Double Face. Nel pomeriggio, il workshop di fotografia sociale curato da Alessandra Cecchetto porta alla luce le storie di Sant’Elia con il reportage Racconti di Sant’Elia, un mosaico di immagini che documentano la vita e le trasformazioni del quartiere. L’evento conclusivo, l’Urbanfest Talk, riunisce artiste, artisti e esperti – tra cui Francesca Sassu, Marco Peri e Simone Mereu – in una tavola rotonda che ripercorre il significato del festival e il suo impatto.

Cagliari Urbanfest si conferma un modello di festival culturale innovativo, capace di intrecciare temi complessi con un approccio partecipativo e multidisciplinare

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