L’acqua non passa più da secoli, al suo posto resta la ghiaia sul fondale e il ponte di mezzo che unisce da un lato la città nuova e dall’altro le case un tempo destinate ai lavoratori immigrati. È questa la parte che ci interessa, quella più autentica dell’Oltretorrente, un antico quartiere di Parma, di là da l’acqua, come dicono, vicino alla Via Emilia, tra mercati popolari, vicoli colorati come quello di via della Salute. Un luogo pieno di storia e di architetture singolari come l’Ospedale Vecchio, rimasto attivo fino al 1929, che la città si propone di restituire alla collettività, aprendosi alla contemporaneità artistica e culturale, complice la presenza del distretto universitario a poca distanza da qui.
Originariamente spazio destinato ai bisognosi, su volontà di Rodolfo Tanzi, cavaliere dell’Ordine Teutonico, che lo aveva acquistato nel 1201, e che nei secoli diventa ospedale della Misericordia e degli Esposti. Il porticato esterno e il portale di gusto neoclassico di Louis Feneulle risalente all’ultimo ventennio del ‘700, nascondono un grande scalone che conduce in un ambiente luminosissimo. Una pianta a croce greca intorno alla quale un tempo erano collocati i letti dei degenti, testimoniati dalla presenza dei numeri sul muro corrispondenti ai singoli posti. Speculare la parte sotterranea (che al momento subirà un restauro parziale), con l’unica eccezione del soffitto più basso, diversamente dalla zona sopracrociera con soffitti alti di 18 metri.
ParCO – Parma Contemporanea si inserisce qui e abiterà gli spazi con un programma di mostre e eventi culturali. Un laboratorio sperimentale aperto a tematiche come la sostenibilità, alla relazione con il territorio attraverso progetti di residenze d’artista in collaborazione con una rete di imprese,e ad aprirsi a un pubblico sempre più eterogeneo. Un luogo che vuole essere esso stesso un ponte reale e linguistico, con il Parco Ducale confinante, con il giardino disegnato dal Vignola a metà del ‘500 su commissione del duca Ottavio Farnese che prevedeva un primo progetto all’italiana con aiuole e fontane, per assorbire la tipicità alla francese in stile neoclassico nel ‘700 con i gruppi scultorei di Jean-Baptiste Boudard dedicati alle virtù, con l’architetto Ennemond Alexandre Petitot.

L’attuale architettura dell’ospedale è il risultato di una serie di progetti a partire da quello realizzato da Gian Antonio da Erba nel 1476, e da quelli dei secoli successivi da Gianfranco Testa nella seconda metà del ‘500, nel ‘600 e nel ‘700, fino a quello datato XIX da Nicola Bettoli su committenza di Maria Luigia d’Asburgo. Dopo le due guerre mondiali è stato un alloggio per gli sfollati, sede di associazioni, botteghe e magazzini, e posto sotto tutela della sovrintendenza nel 1975, e in tempi recenti era la sede della biblioteca civica e dell’archivio di Stato.
Ci sono volute tre amministrazioni, quattro stralci, sei cantieri per consolidare l’edificio e metterlo in sicurezza, avviando una serie di interventi strutturali e antisismici, per arrivare alla fase di rinnovamento degli interni, che si concluderà nel 2026. Il progetto è l’esito del dialogo tra istituzioni e privati, tra l’Associazione “Parma, io ci sto!”, con la collaborazione del Comune di Parma, che ha coinvolto lo studio londinese The Place Bureau, per intercettare le esigenze del territorio, e lo studio Nibbio, che ha immaginato delle possibili soluzioni architettoniche. Un’opera che ha previsto un investimento importante da parte del Gruppo Cariparma Crèdit Agricol e con il contributo del PNNR, che con lo stesso spirito del suo fondatore Tanzi, tra privato e pubblico affronta oggi un nuovo riposizionamento con un ambizioso progetto, sulla scia dell’evento passato Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 e in vista della nomina della città come Capitale Europea dei Giovani 2027.

ParCO è in via di definizione giuridica e progettuale, e sarà gestita da un professionista che dovrà avere una visione capace di immaginare questo nuovo spazio con competenze diversificate, anche manageriali. La nomina avverrà attraverso un bando internazionale, su una decina di candidature ne saranno selezionate tre su cui esprimersi. Contestualmente è stato designato un Advisory Board formato da professionisti come Andrea Lissoni, Andrea Bellini, Francesca Bria, Francesca Corona e Francesco Manacorda che avranno il compito di supervisionare l’evoluzione.
Nell’attesa dell’apertura prevista per il 2027, l’obiettivo è quello di presentarsi già alla città con una serie di programmazioni specifiche. Il primo appuntamento sabato 27 settembre con un forum tra professionisti che ha come tema: ”Dialoghi e visioni su Arte, Comunità e Innovazione”. Tra gli ospiti Rossella Biscotti, Andrea Lissoni, Francesco Manacorda e Arturo Galansino moderati da Alessandro Martini. Nel pomeriggio e nella giornata di domenica 28 settembre dalle 15.00 alle 18.00 il pubblico potrà accedere agli spazi attraverso delle visite guidate.
Se l’Ospedale Vecchio è il risultato di una pratica virtuosa tra quel Rodolfo Tanzi e la sua comunità, che nei secoli ha beneficiato delle cure di questo luogo, ParCO si appresta a diventarne l’erede spirituale e oggettivo prendendosi anch’esso “cura” della collettività, anche se in un modo diverso.


