“La maglia del Lecce”: La Municipàl torna a cantare l’amore e la provincia

La Municipàl è uno dei progetti più originali della scena indie italiana degli ultimi dieci anni. Nato nel 2013 da un’idea di Carmine Tundo, autore, cantante e produttore salentino, ha saputo raccontare con sensibilità e autenticità una generazione in bilico tra nostalgia e desiderio di riscatto. Canzoni intime, viscerali, radicate nei luoghi e nei sentimenti, che uniscono poetica personale e riferimenti collettivi.

Dopo cinque album in studio e un percorso in continua evoluzione, La Municipàl è tornata il 7 maggio con un nuovo singolo, “La maglia del Lecce”, un brano che segna l’inizio di una nuova fase artistica e anticipa il prossimo tour estivo.

La canzone è accompagnata da un videoclip, realizzato da Balto con la partecipazione di Viola Simmini, girato tra le strade di Lecce, gli spalti dello stadio di via del mare e le cabine della spiaggia di San Cataldo. La maglia della squadra del cuore è metafora di una quotidianità viva e autentica: una ballata moderna, che utilizza il calcio per raccontare un amore che finisce, ma che può ricominciare.

Abbiamo intervistato Carmine Tundo per farci raccontare questa nuova tappa tra amore, appartenenza e desiderio di rinascita.

Perché “La maglia del Lecce” arriva proprio ora?

Perché è nata in questo periodo, è venuta fuori di getto. Ultimamente cerco di non censurarmi come in passato, perché ho capito che le canzoni nate da una forte urgenza sono quelle che comunicano di più. Quindi ho seguito il flusso creativo e produttivo, l’ho suonata da solo e l’ho pubblicata velocemente.

In che modo si differenzia rispetto ai progetti precedenti?

Credo che il prossimo lavoro abbia un mondo differente rispetto ai precedenti perché è  frutto anche delle esperienze con gli altri progetti che mi hanno visto in giro in Italia e all’estero a suonare. Sono influenzato da un altro tipo di sound, un altro mood. Sarà sicuramente un album meno “preso male” degli altri, ecco.

È un inno alla città o una canzone d’amore?

Una canzone d’amore, in realtà di un amore che finisce e uno che nasce. Ma vivo qui e sono influenzato da ciò che vedo, racconto i luoghi che vivo e che mi ispirano, mi viene naturale parlarne.

Com’è stata recepita la metafora di un Lecce che fa ancora battere il cuore?

I feedback sono molto positivi, anche se poi alla fine è un brano molto intimo che parla di un mio periodo un po’ “particolare”. Però quello che ho capito è che quando i brani nascono da un’urgenza, da una forte urgenza artistica, poi arrivano alla gente e devo dire che sta arrivando molto.

Nella canzone si dice che “la vita di provincia fa bene alle ossa”, ma meno al cuore. In che modo?

Nel senso che ti forma, ti indurisce, ti insegna a sopravvivere anche nella “non centralità” dei luoghi; “meno al cuore” invece è una cosa personale, ho il cuore un po’ “ballerino” sia fisicamente che allegoricamente.

Per ogni amore che muore, c’è qualcosa che nasce.

Sì, nulla finisce mai per davvero in realtà. Io credo sia una specie di cerchio di emozioni umane e di esperienze.

Il singolo può essere considerato l’inizio di una nuova tappa?

“La maglia del Lecce” è il primo passo di un nuovo lavoro discografico. Un anno fa è uscito “Dopo tutto questo tempo”, quinto album in studio, e sentivo la necessità di ripartire con questa canzone per il nuovo percorso.

In oltre dieci anni di musica, la Municipàl continua a essere una delle realtà più originali della scena indie italiana. Com’è cambiato il rapporto con la musica?

Non è cambiato, anzi è più totalizzante, avendo anche tanti altri progetti con cui sono sempre in giro come “Mundial” per esempio. Gli stimoli diventano enormi, e le storie da raccontare sono tantissime. Ricordo il primo concerto a Roma al teatro Quirinetta: era il nostro primo concerto fuori Puglia e quindi non avevamo un’idea chiara di come stesse funzionando il progetto. Al primo brano, quando hanno cominciato tutti a cantare a squarciagola, non me l’aspettavo. Mi sono emozionato molto, ho capito che qualcosa stava succedendo.

Quali sono i progetti futuri? 

Saremo in tour quest’estate in Italia e ci sarà qualche sorpresina anche con un concerto all’estero. Dopo il tour di novembre in Giappone, non vedo l’ora di tornare a suonare anche fuori dall’Italia. È molto divertente cantare in italiano per un pubblico internazionale.

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