Oggi abbiamo il piacere di incontrare Lorenzo Apollonia, figura di spicco nel panorama internazionale della conservazione dei beni culturali. Presidente del Gruppo Italiano dell’International Institute for Conservation (IIC) e membro del Council dell’IIC di Londra per sei anni consecutivi, Apollonia è una voce autorevole e sempre attiva nella definizione delle normative di settore. A livello europeo e italiano, il suo impegno si concretizza nel coordinamento dei gruppi normativi UNI (GL1) e CEN, organi cruciali per stabilire standard condivisi a tutela del nostro patrimonio.
Chimico di formazione e fondatore del Laboratorio di analisi scientifiche per la conservazione del patrimonio culturale in Valle d’Aosta, la sua terra d’origine, Apollonia incarna un ponte ideale tra competenze scientifiche, tradizione e innovazione, elementi fondamentali per la salvaguardia della nostra storia artistica e culturale.
L’associazione di cui è presidente, l’IIGC (Gruppo Italiano dell’IIC), rappresenta un’eccellenza nella diffusione della cultura della conservazione in Italia e nel mondo. Nata nel secondo dopoguerra, l’IIGC è oggi attiva in oltre 96 Paesi e si pone come una delle prime realtà a promuovere una visione condivisa e strutturata del “modo italiano di conservare” il patrimonio culturale, riconosciuto e apprezzato a livello globale. La sua missione? Unire professionisti, istituzioni e settori diversi per valorizzare e tutelare la straordinaria eredità culturale che il nostro Paese custodisce e offre al mondo.
Da scienziato, divulgatore e professionista di lungo corso, Lorenzo Apollonia non si limita a preservare il passato, ma costruisce un dialogo costante tra presente e futuro, ispirando nuove generazioni di esperti e mostrando l’importanza di un approccio sinergico e scientifico alla conservazione.
Un viaggio tra scienza, arte e territorio: scopriamo, attraverso questa intervista, la visione e l’esperienza di uno dei protagonisti della tutela del nostro patrimonio culturale.
L’IGIIC ad oggi si presenta come una struttura consolidata con un comitato tecnico e scientifico, composto da professionisti qualificati. Come è stato il percorso di creazione di questi comitati e di cosa si occupano precisamente?
Sin dalla nascita il Gruppo ha cercato di coinvolgere tutte le professioni della conservazione, condizione necessaria per far si che il centro dell’interesse sia il monumento e non la singola professione.
Il Comitato Scientifico ha quindi sempre avuto al suo interno la presenza di varie professioni e, pur essendo un comitato elettivo, la sua composizione ha poi rappresentato le volontà assembleari dei soci, ma senza diventare esclusiva rappresentazione di una sola categoria. Il rischio, che in parte abbiamo vissuto, soprattutto per una scarsa lettura del contesto da parte della comunità italiana, è quello di avere appiccicata una etichetta che non corrisponde in modo reale allo scopo e alle attività svolte dal Gruppo. In Italia per anni i restauratori non hanno espresso in modo libero e indipendente le proprie attività e il fatto di trovare un luogo aperto privo di restrizioni scientifiche ha dato loro questa possibilità in modo più approfondito. Questo ha creato, da parte delle persone più superficiali, la convinzione che il Gruppo sia riservato ai restauratori. Come detto, questa non è la realtà della funzione e dello scopo del Gruppo, cosa del resto evidenziata dalla tipologia dei referenti, sia nel Direttivo come nei comitati scientifici che organizzano gli eventi e le attività. Le persone attente e non prevenute possono ritrovare nell’IGIIC tutta la diversità delle professioni che partecipano alla tutela e che viene data dalla qualità che le varie parti scientifiche contribuiscono a fornire per raggiungere un corretto approccio alla conservazione del patrimonio.
Quali sono le collaborazioni attive che aiutano e supportano l’IGIIC?
Le risorse del Gruppo dipendono principalmente dalle proprie attività e servono per coprire i costi della segreteria e poco più, a seconda delle necessità dei vari eventi.
Il supporto per la realizzazione degli eventi viene quindi richiesto in loco alle istituzioni o agli sponsor eventualmente interessati ai temi degli incontri.
Senza dubbio il tema della conservazione è quello che risveglia meno gli interessi, nel nostro contesto nazionale, da parte delle aziende, ma anche e soprattutto dalle amministrazioni pubbliche, molto più concentrate nel settore delle mostre o esposizioni. Questo conferma ancora una volta la mancanza di conoscenza riguardo le necessità del patrimonio e la scarsa informazione che arriva, anche a livello politico, da parte della dirigenza nazionale composta per lo più da umanisti.
Il Gruppo sin dalle origini ha sempre cercato, rapporti e collaborazioni con altre istituzioni, partendo dal contesto che più siamo uniti e più possiamo far sentire la nostra voce, sul tema della conservazione. Questo non sempre ha funzionato perché lo spirito nazionale mantiene un grado di auto referenziazione che spesso non facilità la condivisione di strategie o di eventi e soprattutto, a mio avviso, una marcata distanza fra le istituzioni e la realtà del territorio. Restiamo comunque sempre disponibili a questo tipo di confronto anche con l’interesse di far emergere le realtà italiane a livello internazionale grazie alla nostra adesione all’IIC.
Recentemente abbiamo cercato di avviare una campagna di sponsorizzazione con il concetto di sponsor fiduciari, cioè di ditte che, interessate a dare visibilità alle loro attività o produzioni, diano una quota fissa annuale, cosa che garantirebbe loro di apparire in tutte le nostre comunicazioni e pubblicazioni, ma per ora la cosa non ha dato grandi risultati.
Alcuni accordi sono in corso con le testate editoriali che si occupano della conservazione. L’interesse, in questo caso, riguarda la possibilità di pubblicare gli atti degli eventi realizzati. Se un editore avesse investito in questo percorso, ora avrebbe una collana specializzata con più di 100 pubblicazioni a tema o su argomenti inerenti alla pratica della conservazione, creando così una biblioteca di storia ed evoluzione del modo del “fare” italiano in questo settore. Purtroppo, questo non è avvenuto e solo di recente alcuni editori stanno collaborando scegliendo fra i vari eventi annuali realizzati quello che ritengono di maggiore interesse per la loro linea editoriale.
Più valida è, da 14 anni, la collaborazione con la Fondazione Paola Droghetti di Roma, che mette a disposizione i fondi per il premio miglior tesi, permettendoci di dare adeguato risalto alla realtà giovanile.
Quali saranno i prossimi incontri organizzati dall’IGIIC che intende promuovere?
Il Gruppo ha un solo evento obbligatorio e fisso ed è quello dell’Assemblea e del congresso assembleare a essa collegata, cioè quello conosciuto come «Lo stato dell’arte». Il congresso assembleare, proprio per il suo valore universale, raccoglie tutte le professionalità della conservazione, cosa che diluisce l’interesse per temi specifici e quindi può sembrare mento accattivante, anche se è il nucleo del valore di ogni associazione, dato che è il momento di confronto fra soci, che governano, e il direttivo che esegue.
L’attività alternativa al congresso assembleare è concentrata su eventi più mirati e specialistici. La scelta di questi eventi e dei temi presenti in essi, viene dalle richieste e dalle necessità espresse da alcuni soci, che diventano poi parte del motore che porta alla realizzazione dell’evento, o dalle tematiche più diffuse che riguardano il settore in generale o procedimenti di nicchia. Una visione aperta a tutte le necessità.
Da questo presupposto sono comunque nate delle realtà che si stanno affermando in modo continuo e ripetuto, cosa che sta creando dei punti di riferimento a livello nazionale su di una tematica specifica.
Per esempio, da molti anni si tiene a Bologna presso l’Accademia di Belle Arti un momento di riflessione che prende in considerazione i vari temi della conservazione dell’arte contemporanea.
Seguendo questo esempio e stimolate dal Gruppo o dai soci, stanno nascendo altre realtà che riguardano tematiche specifiche come quella che riguarda l’arte dell’800, che ha trovato spazio negli interessi dell’Accademia di Brera a Milano. Anche alcune istituzioni hanno preso spunto da questo esempio, come mostra il percorso della serie di congressi denominati «Linee di energia» che è svolto in collaborazione con la fondazione san paolo e che segue le esigenze della conservazione e valorizzazione del patrimonio che la fondazione gestisce.
Come detto ci sono anche richieste specifiche da parte di soci e fra queste a febbraio 2025 si terrà una conferenza sul tema della rimozione di attacchi biologici sui materiali culturali e, in particolare, si cercherà di dare chiarezza in merito alla pericolosità di alcuni prodotti, sia per l’operatore e sia per la tutela ambientale. Un incontro che vuole dare un contributo al mondo della conservazione cercando di supportare la comprensione sulle realtà presentate dal mercato e di fornire gli strumenti per meglio comprendere, in modo autonomo da parte degli operatori, ciò che riportano le schede tecniche, come quelle della sicurezza relativamente a questi prodotti.
Queste sono alcune delle attività che prevedono circa 11 congressi nel corso del 2025 per i quali, chiunque sia interessato, potrà trovare informazioni sul sito del Gruppo o, meglio ancora, associandosi ricevendo l’informativa da parte della segreteria e in modo più diretto e anticipato.
Dove trova la forza di continuare questo progetto?
Posso dire che sono sempre stato una persona che ha vissuto in modo razionale ogni sua posizione idealista. Questo significa che le scelte ideologiche sono state sempre effettuate non per emotività o per moda. Il settore della conservazione mi ha dato molte soddisfazioni, oltre alle innumerevoli arrabbiature che credo capitino a tutti coloro che credono in quello che fanno, e questo ora mi porta a sentire il dovere e l’interesse a creare momenti di restituzione verso coloro che credono nelle necessità di condivisione nel settore dei beni culturali, sempre nella speranza di essere in questo utile.
Inoltre, da sempre ho cercato il confronto generazionale, prima come persona che è interessata ad apprendere ed ora come persona che ha un suo bagaglio di conoscenza e che vuole condividere con chi è interessato a raccoglierle. Un atteggiamento continuo che ha dato i suoi frutti, prima nel creare una rete di relazioni con esperti anche a livello internazionale e poi nella formazione dei giovani. Il laboratorio che ho diretto ha formato e laureato ben 23 persone e alcune sia per la triennale e poi per la specialistica. Il risultato è stato molto buono, infatti ora nell’Amministrazione regionale ci sono due di queste mie ex allieve che hanno preso il mio posto nella conduzione di due delle mie attività. Posso affermare che raramente questo accade nel settore della pubblica amministrazione e sono molto contento di questo, come del fatto che molte delle altre persone, fra quelle passate nel laboratorio, ora hanno avviato attività di vario genere e che, a detta loro, sono il frutto, almeno in parte, dell’atteggiamento scientifico da me impostato.
Alcuni risultati positivi, come per esempio la nascita e la vitalità del Gruppo Giovani, fanno parte di questo percorso e che da soddisfazione, così come il dato della realizzazione di più di 150 congressi effettuati nei 22 anni di vita dell’associazione, cosa che rende l’IGIIC senza dubbio l’associazione più attiva nel settore della conservazione.
La speranza è che alla fine questo generi anche la partecipazione alle fasi amministrative e organizzative del Gruppo da parte di giovani che abbiano interesse a sposare l’approccio portato avanti fino ad ora, per dare continuità e ulteriori frutti da aggiungere a quelli realizzati. Premetto che è stato un passaggio difficile, partito nelle mie intenzioni sin dagli inizi degli anni ‘90 e che è stata resa possibile, solo nel 2002, da un piccolo nucleo di persone che hanno creduto nel progetto, alcuni di loro per fortuna fanno parte del Direttivo. La volontà è quella di integrare nuove risorse mentali e fisiche e di collaborare con loro per rendere il Gruppo una cosa apprezzata a cui tutti si vogliono iscrivere.