“Keep Smiling”: il gioco come forma d’arte nel 25° Future Film Fest. Yumi Karasumaru racconta la sua opera pop

Il 24Frame Future Film Fest torna a Bologna dal 9 al 13 aprile 2025 per una celebrazione speciale: 25 anni di passione per il cinema d’animazione e le arti mediali. Nato nel 1999 e prodotto da Rete Doc sotto la direzione artistica di Giulietta Fara, il Festival è diventato il punto di riferimento in Italia per l’animazione internazionale.

Quest’anno il tema scelto è il gioco, il giocattolo—simboli di infanzia e immaginazione, ma anche di paure e sogni. Il cinema d’animazione ha sempre guardato con interesse al mondo dei giocattoli, trasformandoli in protagonisti di storie indimenticabili. Non a caso, proprio trent’anni fa usciva “Toy Story”, il primo lungometraggio in CGI della storia, film che ha ispirato anche la nascita del Festival. Il gioco è anche relazione, interazione, esperienza. E, come suggerisce il termine inglese “play”, significa sia giocare che guardare un film: un viaggio che unisce Pixar a Švankmajer, “Coraline” a “The Game”, fino a Goldrake Ufo Robot.

A rappresentare questa edizione è l’opera di Yumi Karasumaru, artista giapponese di grande rilievo. Il suo coniglietto pop con la scritta “Keep Smiling” è un inno alla felicità e un augurio di pace. Karasumaru, formatasi all’Università d’Arte di Kyoto prima di trasferirsi a Bologna, ha esposto in istituzioni internazionali come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. La sua arte esplora memoria, identità e trasformazioni sociali, intrecciando emozioni e storia in un dialogo visivo tra tradizione e modernità.

Yumi Karasumaru nel suo studio a Bologna

Cosa ti ha ispirato nella creazione dell’opera per il 24Frame Future Film Fest?

Conosco il Festival da molti anni e ho partecipato fin dall’inizio. Quando Giulietta Fara mi ha chiesto di realizzare l’immagine di quest’anno e mi ha parlato del tema—gioco, giocattolo—ho subito pensato ad un pupazzo che portasse anche un messaggio di pace. Il mondo oggi è un posto difficile, quindi ho cercato qualcosa di felice, colorato e pop, un’immagine che facesse sorridere.

Il messaggio di ‘Keep Smiling’ nasce quindi da un desiderio di leggerezza?

Sì, ogni giorno siamo sommersi da notizie tristi. Volevo creare qualcosa che potesse regalare un sorriso, una sensazione di felicità e tranquillità.

Hai un legame particolare con il cinema d’animazione?

Certo! Sono giapponese, quindi da piccola guardavo cartoni animati come Astro Boy e Doraemon. Poi, ovviamente, i film di Miyazaki, che trovo straordinari non solo per le storie, ma anche per la cura e la bellezza dell’animazione.

Trovi che l’animazione contemporanea sia influenzata dall’arte giapponese?

Assolutamente. Manga, fumetti e animazione giapponese sono ormai una cultura globale. Ci sono influenze reciproche tra Giappone, Europa e il resto del mondo, creando un linguaggio visivo sempre più ricco e contaminato.

Yumi Karasumaru The Friends

Il gioco ha un ruolo nella tua ricerca artistica?

Sì, nelle mie serie passate ho esplorato temi come la famiglia, l’adolescenza e Tokyo come paesaggio urbano, inserendo spesso elementi ironici o giocosi. Amo creare piccoli disegni nascosti nei paesaggi, un filo conduttore che si ritrova anche nel mio lavoro per il Festival.

Pensi che il gioco possa essere uno strumento per affrontare temi profondi nell’arte e nel cinema?

Sì, perché il gioco è qualcosa di positivo. Non tutto deve essere serioso o pesante, a volte abbiamo bisogno di leggerezza per esplorare anche argomenti difficili. Io, ad esempio, ho lavorato su temi come la guerra e la bomba atomica, ma ho usato colori pop e caramellati per creare un contrasto visivo tra leggerezza e profondità.

Yumi Karasumaru Atomica

Su cosa stai lavorando attualmente?

Sto sviluppando una nuova serie intitolata ‘learning from the Past’. Mi ispiro all’arte giapponese del periodo Edo (1700-1800), studiando paesaggi naturali, fiori e uccelli. Uso pochi colori e carta giapponese, creando disegni dal tocco delicato. A gennaio avrò una mostra in Giappone dedicata a questo progetto.

Come vedi l’evoluzione del rapporto tra arte, tecnologia e memoria?

La tecnologia è ovunque, anche nell’arte. L’intelligenza artificiale è affascinante e un po’ inquietante, e oggi esistono opere d’arte esclusivamente digitali. Ma credo che il tocco umano, il lavoro manuale, rimanga insostituibile. C’è qualcosa di unico nel gesto di creare con le proprie mani.

Il 24Frame Future Film Fest fin dall’inizio ha dato spazio a realtà come Pixar, Aardman, Miyazaki e Michel Ocelot, portando in Italia le novità più interessanti del settore. Ha esplorato il mondo dell’animazione tra Oriente e Occidente, tra lungometraggi e corti, tra videogame e webtoon. Per il 25° anniversario, il Festival introduce la sezione European Beats, dedicata ai capolavori europei che hanno segnato la sua storia. “Siamo orgogliosi di questo traguardo”—dichiara Giulietta Fara—”Per noi l’animazione è un linguaggio cinematografico, non un genere. Come dice Guillermo del Toro: ‘Animation is Film’.”

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