Graphic medicine: raccontare la salute a fumetti

Una donna che si confronta con le conseguenze drammatiche di un aborto spontaneo attraverso una graphic novel. Le malattie del pancreas che diventano tavole a fumetti. Un manuale di sopravvivenza per celiaci accompagnati nella loro quotidianità da disegni e racconti. La graphic medicine è tutto questo: un linguaggio potente, accessibile ed empatico che unisce arte, medicina e narrazione.

L’uso del fumetto in contesti clinici inizia a diffondersi negli anni ‘70 negli Stati Uniti, ma è intorno al 2007 che, grazie a Ian Williams, medico e fumettista, nasce la definizione di graphic medicine, un ambito multidisciplinare finalizzato a promuovere l’empatia, la comprensione del vissuto del paziente, la comunicazione e la formazione.

Nel corso degli anni, la disciplina si è diffusa anche in diversi paesi europei, come Grecia e Spagna. In Italia, nel 2022, il medico Stefano Ratti, le sociologhe Veronica Moretti e Alice Scavarda, lo sceneggiatore e giornalista Andrea Voglino e l’educatore ed editore Manuel Masini fondano Graphic Medicine Italia, un’associazione culturale finalizzata a promuovere questo approccio anche nel nostro paese.

L’obiettivo della graphic medicine è di fornire una risposta all’eccessiva “medicalizzazione” della salute. Un approccio che rischia di allontanare l’aspetto umano delle cure. In questo senso, l’arte arriva in aiuto di medici e pazienti: il fumetto come strumento di accessibilità per spiegare temi complessi (malattie croniche, salute mentale, disabilità), la narrazione visiva per facilitare il racconto di dolori e paure indicibili, infine l’efficacia nel promuovere consapevolezza e auto-narrazione.

«L’obiettivo principale – spiega ad Artuu Magazine Carolina Mancuso, infermiera, studentessa di ostetricia e social media manager dell’associazione Graphic Medicine Italia – è proprio quello di creare un ponte tra medicina e vissuto emotivo: umanizzare le cure, dare attenzione non solo alla patologia in sé, ma anche a tutto ciò che la circonda. Alla base di ogni cura efficace c’è una buona relazione con il paziente».

Ma perché proprio il fumetto? Quali sono i principali benefici nell’interazione tra medico e paziente?

«Il vantaggio del fumetto – sottolinea Martina Follador, illustratrice e fumettista, social media manager di Graphic Medicine Italia – è che è un linguaggio vero e proprio, e quindi può essere utilizzato per raccontare qualsiasi tipo di storia, anche quelle legate alla medicina. Unisce la forza delle parole e quella delle immagini».

Se titoli come Mom’s Cancer di Brian Fies, oppure Rx di Rachel Lindsay, sono assurti a fama mondiale, in Italia, grazie anche all’impegno dell’associazione Graphic Medicine, gli esempi non mancano. “Graphic Anatomy”, nelle due versioni cuore e pancreas, è un’immersione a fumetti nelle caratteristiche e patologie dei due organi, con storie di pazienti nelle quali potersi rivedere.

Nel suo progetto di laurea, Carolina Mancuso ha indagato il tema dell’aborto spontaneo.

«In quell’occasione – spiega – realizzavo delle interviste e poi mi relazionavo con un illustratore per trasformarle in storie a fumetti. È nato così il progetto Ti racconto la mia storia di aborto spontaneo. C’è un tabù da infrangere. Il fumetto propone un punto di vista nuovo, che richiede anche al professionista sanitario di mettersi in gioco.»

Un altro esempio concreto è il progetto “Manuale di sopravvivenza per celiaci”.

«Per la mia tesi di laurea in illustrazione – sottolinea Follador – ho realizzato un manuale divulgativo a fumetti sulla celiachia. Questo progetto è diventato poi un vero fumetto, adottato dall’Associazione Celiachia della Lombardia e destinato agli adolescenti. L’obiettivo era duplice: aiutare chi è celiaco a comprendere meglio la propria patologia e, soprattutto, permettere a chi non è celiaco di capire le implicazioni della malattia».

In questo caso, la semplificazione offerta dal linguaggio del fumetto aiuta a trasmettere concetti anche complessi, senza banalizzarli.

Non solo condivisione e racconto in prima persona: il fumetto in ambito sanitario presenta potenzialità anche come strumento formativo.

«All’Università di Bologna – conclude Mancuso – la graphic medicine, con uno specifico corso elettivo promosso da due dei fondatori della nostra associazione, Stefano Ratti e Veronica Moretti, è un vero e proprio strumento formativo. Ai futuri professionisti sanitari vengono spiegati i possibili utilizzi del fumetto nella pratica clinica e nella relazione con il paziente».

In un’epoca dominata da immagini e storytelling, il fumetto diventa un alleato della medicina narrativa, contribuendo a combattere lo stigma, umanizzare la medicina e avvicinare anche i più giovani ai temi della prevenzione, della salute e del benessere.


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