Gloss come stato mentale: Kérastase e Gaia Pietrella trasformano la BAM in un giardino d’empowerment

“La Vie en Gloss” – così Kérastase, azienda francese leader nell’haircare, ha scelto di celebrare il lancio di Gloss Absolu durante la Milano Design Week 2025. Dal 7 al 13 aprile, i visitatori hanno potuto vivere un’esperienza unica all’interno di una suggestiva serra in vetro e acciaio, progettata dall’azienda umbra Orvieto Arte e allestita nella cornice verde della BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano.

Protagonista dell’installazione è stato il progetto firmato dalla flower artist Gaia Pietrella, che ha trasformato la serra in un universo di sculture floreali luminose. Non semplici fiori, ma creature vive pensate per dialogare con il pubblico: si accendono al calare del sole e, grazie alla Realtà Aumentata, diventano portali per un viaggio immersivo tra suoni, luci, profumi e interazione.

Un’esperienza multisensoriale in cui l’arte si intreccia con il gesto del beauty: la brillantezza del gloss si riflette nella cura, nella luce, nella meraviglia. Un omaggio alla femminilità contemporanea e al potere trasformativo della bellezza.

L’integrazione con strumenti digitali, racconta l’artista, ha rappresentato un’occasione per ripensare il rapporto tra lei e il pubblico, ricordando casa: “Nascendo in un piccolo borgo dell’Umbria, Allerona, l’utilizzo di strumenti digitali è stato per me fondamentale per sviluppare la mia attività, mi ha permesso di arrivare a farmi conoscere da un pubblico molto più vasto. La collaborazione con Kérastase è stata sicuramente un privilegio che non capita tutti i giorni e a tutti e questo mi ha onorata, ma non ha cambiato in nessuno modo il rapporto genuino con il mio pubblico, dato dal grandissimo amore e dedizione verso la mia arte” ci ha spiegato Gaia.

Collaborare con Gaia Pietrella ha permesso a Kérastase di dare una nuova profondità al lancio della linea Gloss Absolu, che combina un trattamento anti-crespo con una brillantezza straordinaria, grazie a texture leggere e sensoriali. Le sculture floreali create dall’artista hanno contribuito a definire un ambiente immersivo e coinvolgente: fiori così artificiali da sembrare reali, così vibranti da sembrare vivi. L’artista ha lavorato in sintonia con l’ambiente, lasciando che le sue creazioni diventassero una naturale estensione del paesaggio, in un continuo scambio tra arte, materia e luce.

Il fiore per me rappresenta la mia rinascita. Dopo lunghi inverni bui sono riuscita a rivedere la luce, il colore, attraverso le mie creazioni. Esse esprimono il mio essere a 360 gradi. Sono le mie creature. Con la loro delicatezza e leggerezza si sono perfettamente integrati all’ambiente urbano che li circondava, trasformando la BAM in un paesaggio onirico sospeso tra realtà e immaginazione. Tutti gli elementi circostanti non hanno fatto altro che esaltare la loro bellezza”, ha aggiunto l’artista.

Oltre all’aspetto visivo e sensoriale, “La Vie en Gloss” ha dato spazio concreto al tema dell’empowerment femminile, con talk e workshop pensati per le nuove generazioni. Al centro del confronto, la Gen Z: giovani donne professioniste, creative e attiviste si sono alternate, non per celebrare i successi, ma per condividere strumenti e visioni. La bellezza è stata interpretata come una risorsa: un mezzo per conoscersi, prendersi cura di sé, sentirsi legittimate, libere da stereotipi e filtri.

La Generazione Z – ovvero chi è nato tra il 1997 e il 2012 – è oggi la più attenta ai cambiamenti culturali e alla libera espressione di sé. Nel mondo del beauty, come nell’arte, gioca con le identità, sovverte i codici estetici e utilizza il make-up come forma di espressione artistica. Non per mascherarsi, ma per raccontarsi. Colori, texture, glitter diventano segni pittorici che sfumano i confini tra trucco e performance, estetica e affermazione politica. Come insegna il lavoro di Cindy Sherman, il volto diventa medium narrativo e provocazione: un terreno aperto alla trasformazione. Ed è proprio questa l’eredità della Gen Z: l’autenticità non è staticità, ma libertà di evolversi.

Scegliere di parlare di empowerment in una serra, dentro un parco, ha significato allontanarsi dalla retorica degli eventi chiusi e corporate, spesso percepiti come distanti. Ha voluto dire rendere la conversazione autentica, accessibile, condivisibile. In mezzo ai fiori, alla luce, alla natura. Una contaminazione virtuosa tra spazio pubblico e riflessione sociale, capace di affrontare temi urgenti con un tono democratico e coinvolgente.

In questo ecosistema temporaneo, Kérastase ha trasformato il concetto di gloss: da finitura estetica a metafora di connessione, cura reciproca, fiducia. Un modo nuovo e più profondo di immaginare la bellezza.

L’esperimento ha funzionato perché ha evitato l’autoreferenzialità, ha aperto spazi, ha creduto che arte, bellezza e riflessione sociale potessero convivere senza forzature.

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