Gli artisti Gagliardino e Giardini in mostra alla Riccardo Costantini

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Con “In limite” e “Dammi ancora colori per vivere” la galleria d’arte Riccardo Costantini presenta le due personali fino al 10 settembre 2022

In limite di Enzo Gagliardino apre la raccolta Ossi di seppia, soglia della raccolta ma anche tema ricorrente dell’opera montaliana come confine tra prigionia esistenziale e libertà.

Quest’ultima inseguita dall’essere umano nelle maniere più differenti, adattandosi a vivere in diversi contesti, in cui trascorrere un’esistenza caratterizzata dalla ricerca di un luogo da trasformare nella propria ‘zona di libertà’.

In questa ricerca del proprio luogo ideale, ciascuno di noi cambia abitazione, ne vive in maniera personale l’interno, anche in base alle proprie possibilità economiche e sociali.

Spesso da bambini succedeva (almeno a me) di passare per strade e vie, percorrere tratti in auto o in treno e guardare le facciate e le finestre di case, uffici, ospedali, immaginandosi le vite delle persone che si trovavano al loro interno.

Passando da case sfarzose a case popolari, figurandosi anche le differenti abitudini e stati d’animo degli abitanti in base alla tipologia di casa.

La ricerca artistica di Enzo Gagliardino

La stessa sensazione si prova guardando gli edifici oggetto della ricerca artistica di Enzo Gagliardino, che ne dipinge le facciate, le finestre, gli elementi costitutivi, ma in un modo che porta a interrogarsi su ciò che è oltre al visibile, su chi e ciò che sta dietro alla facciata, le vite dietro al muro di mattoni.

Trovandosi così sulla soglia tra l’esterno di palazzi dipinti e le situazioni dietro di essi, che spetta a noi immaginare; la presenza umana è assente, ma è proprio in questa assenza che ne possiamo fantasticare invece l’esistenza al di là delle finestre e delle pareti.

Nei lavori di Gagliardino si ripetono griglie, prospettive e spazi sempre simili, tanti estratti dell’atmosfera delle città di mattoni e cemento in cui viviamo, di quei luoghi anonimi e talvolta stranianti in cui abbiamo abitudini indotte e consuetudini che mettono in forse la personalità individuale.

Enzo Gagliardino, Campo da calcio

In un modo che, talvolta, può diventare inquietante: nell’omologazione al luogo e allo stile di vita, nel sentirsi indissolubilmente legati alla propria condizione, a una ricerca del proprio posto nel mondo e della felicità che viene costantemente interrotta, mai raggiunta.

Ma, allo stesso tempo, questi sono i luoghi in cui possiamo costruire il nostro io e cercare la libertà: nella socialità di una partita a calcio in un campetto di periferia come nelle personali abitudini domestiche.

Ecco allora che quei muri, quelle facciate di mattoni, oltre a essere protezione o limite e un confine, sono anche terra di mezzo tra consuetudini e costruzione del sé, soglia in cui si snoda il continuo intreccio tra senso di prigionia e slancio verso la libertà, con l’azione che entrambi esercitano sull’altro. Virginia Fungo

Ferdi Giardini nella project room di Riccardo Costantini Contemporary

Ferdi Giardini presenta nella project room una opera installativa di alluminio, trasformato con la consueta sapienza alchemica dell’artista torinese, e led.

Si tratta di un’opera di rara bellezza formale che offre continuità alla ricerca dell’artista nell’applicazione della luce a opere scultoreo/installative.

Le mostre sono visitabili presso la galleria d’arte Riccardo Costantini Contemporary fino al 10 settembre 2022 con orario, da martedì a sabato, 11:00-13:00 / 15:00-19:30

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