Giuseppe Gabellone a PALAZZOIRREALE: un orizzonte di luce tra arte, industria e memoria sotterranea

Con l’intervento di Giuseppe Gabellone, PALAZZOIRREALE conferma la propria vocazione come luogo di sperimentazione e ascolto nel cuore del Monferrato. Inaugurato nel 2024 da un’idea di Polina Bosca e voluto dalla famiglia Bosca – storica realtà spumantiera italiana – il centro d’arte contemporanea, situato a Canelli (AT), propone dal 18 maggio al 28 settembre 2025 una mostra che si articola come un racconto visivo stratificato, a cura di Giorgio Galotti e sotto la responsabilità creativa di Diana Berti. Un’esperienza che si snoda tra gli ambienti industriali dell’azienda e le “Cattedrali Sotterranee”, patrimonio UNESCO.

Gabellone presenta un corpus di nove opere tra sculture, fotografie e una nuova produzione site-specific, sviluppata in piena coerenza con il contesto, capace di dialogare sia con l’architettura produttiva sia con la densità simbolica del luogo. Il suo intervento mira a costruire un orizzonte – inteso non come paesaggio, ma come tensione: una linea invisibile che orienta lo sguardo, lo spazio e l’attenzione del pubblico.

Opera centrale è l’inedita “Tramonto scivola” (2025), installata nella sala della linea di produzione. Un proiettore motorizzato disegna un quadrato di luce gialla in movimento continuo, che ridefinisce lo spazio e stabilisce un dialogo diretto con le altre opere. Non si tratta di un semplice elemento di luce, ma di un dispositivo percettivo: un ritmo, un respiro che lega i lavori tra loro e coinvolge il visitatore in un paesaggio astratto, in bilico tra il reale e l’immaginato.

Il percorso si apre con la fotografia “Testa capovolta” (2024), un’immagine sospesa all’ingresso che introduce un universo narrativo fatto di inversioni e doppi sensi visivi. Seguono bassorilievi, una fotografia collocata a pavimento, e fusioni in stagno, opere che interrogano la materia e la sua trasformazione. Le superfici parlano un linguaggio minimalista e al tempo stesso enigmatico, dove il gesto artistico si fonde con la qualità artigianale della realizzazione.

Oltre la vetrata si incontra “Untitled” (2018), una delle due sculture luminose in mostra: una struttura metallica attraversata da lampadine a intermittenza lenta, che stimolano l’adattamento dello sguardo e propongono una riflessione sulla percezione e il tempo. L’opera non invade lo spazio, lo dilata. Segue il visitatore come un respiro, accompagnandolo verso la seconda installazione, collocata nel cuore delle cantine storiche.

È proprio nelle Cattedrali Sotterranee che si compie la chiusura del percorso. Qui trova posto l’altra “Untitled” (2018), una lanterna sovradimensionata che non descrive, ma abita lo spazio. Il contrasto tra la sua presenza luminosa e il buio circostante non è narrativo, ma percettivo: invita a rallentare, ad ascoltare, a lasciarsi orientare dalla luce come da un pensiero mobile. L’opera vive nel respiro delle gallerie, tra odori, silenzi e fermentazioni: una presenza che convive con il tempo lungo della materia e con la memoria del luogo.

PALAZZOIRREALE continua così il suo cammino tra arte e territorio, con un programma che affida a voci contemporanee il compito di riflettere sui paesaggi culturali del presente. L’intervento di Gabellone non è decorativo, ma immersivo: suggerisce un nuovo modo di attraversare i luoghi, un’estetica dell’attenzione che invita alla relazione con ciò che resta invisibile. In un tempo segnato dalla velocità e dalla fruizione rapida, il progetto invita a una visione che rallenta, scava, si sedimenta.

La mostra si colloca all’interno di un disegno più ampio, che intende costruire una collezione in progress radicata nel territorio, ma aperta alla contemporaneità. Un patrimonio d’arte che, come le bottiglie nelle cantine, ha bisogno di tempo, cura e profondità. Gabellone, con Tramonto scivola e le opere che lo accompagnano, non mostra, ma sussurra. E ogni sussurro, se ascoltato bene, sa indicare la via.

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