Un’intera città si trasforma in studio d’artista. Il 24 e 25 maggio 2025, Pietrasanta ospita la prima edizione di Giro d’Arte, un’iniziativa che apre al pubblico oltre 20 laboratori e studi di artisti e artigiani locali e internazionali. Organizzato da Materially Speaking – il podcast che da cinque anni racconta le storie di chi vive e lavora la materia – e patrocinato dal Comune di Pietrasanta, l’evento si articola come un percorso libero, gratuito e diffuso che invita i visitatori a entrare nei luoghi dove la scultura, la pittura e l’artigianato contemporaneo prendono forma.
Alla base del progetto c’è un’intuizione semplice, nata da una conversazione tra amici durante un aperitivo in piazza: portare l’esperienza del podcast nel mondo reale. Sarah Monk, autrice e producer inglese, e Mike Axinn, sound editor hollywoodiano con esperienze tra Titanic e Moulin Rouge, oggi residenti a Pietrasanta, hanno immaginato un itinerario in cui la voce dell’artista diventa incontro, e lo studio uno spazio aperto di dialogo (li abbiamo intervistati qui).

Il programma prende il via sabato 24 maggio dalle 9 alle 16, con un punto informativo in piazza del Centauro dove i volontari distribuiranno mappe e materiali utili per le visite. Il primo blocco di aperture, dalle 10 alle 13, include nomi come Christian Lange, artigiano tedesco di arte sacra; Eppe de Haan, scultore olandese arrivato a Pietrasanta nel 1995; Michele Redaelli, artista milanese trapiantato in piazza Duomo; Ivo Poli, ceramista dal 1983; Anne-Claire van den Elshout, ex avvocata olandese oggi artista; Claudio Giustiniani, co-fondatore di ArtAx lab; Szymon Oltarzewski, scultore polacco dalla lunga presenza in città.
Il pomeriggio, dalle 14 alle 16, si visitano gli studi di artisti di grande esperienza come Robin Bell, legato da oltre 45 anni alla Fonderia Artistica Mariani; Vanessa Paschakarnis, tedesca, con le sue sculture in pietra; John Greer, scultore concettuale canadese; Maria Gamundi, pioniera venezuelana nella scultura al femminile; Veronica Fonzo, argentina legata all’universo mitologico; Jacob Cartwright, australiano da cui è nata l’idea del Giro d’Arte; Jim Hager, artista sociale americano; Rita Meier, scultrice svizzera dello Studio Tre Luci; Flavia Robalo, argentina che lavora legno, marmo e bronzo; Neil Ferber, inglese che modella l’argilla nel Regno Unito per scolpire a Pietrasanta; Badriah Hamelink, olandese che plasma pietra e metallo.

Domenica 25 maggio, dalle 10 alle 16, le mappe saranno disponibili in piazza Carducci. Tra gli studi visitabili al mattino spiccano Kevin Francis Gray, artista irlandese noto per il marmo e il bronzo; Helaine Blumenfeld OBE, scultrice americana che lavora tra astrazione e figurazione; Silvano Cattai, artista belga dalle origini italiane; Tano Pisano, e la coppia Janice e Ron Mehlman, rispettivamente fotografa e scultore. Presenti anche Ursula Corsi, mosaicista specializzata nel restauro, ed Emanuele Giannelli, scultore di fama internazionale.
Dalle 13:30 alle 16:30 si entra nello Studio Pescarella, dove espongono artisti come Neal Barab, influenzato da culture internazionali; Jaya Schuerch, svizzero-americana esperta di marmo; Lotte Thuenker, tedesca a Pietrasanta dal 1992; Rob Good, artista britannico e Maja Thommen, scultrice svizzera legata alla natura.
Il ciclo si chiude domenica 25 dalle 15 alle 17:30 con le opere di Cynthia Sah, scultrice di origine asiatica che lavora tra equilibrio e vuoto, e Nicolas Bertoux, artista francese che ibrida marmo e materiali industriali.
Gran finale dalle 18 alle 21 al MAMMO – Museo Arte Moderna Monteggiori, definito “il piccolo museo alla fine del mondo”, dove si celebra il lavoro degli artisti che hanno segnato la storia culturale della regione. Qui verranno accolti i visitatori dal graphic designer Dimitri Radoyce, che presenterà il museo; Gail Skoff, fotografa americana, e Marianna Blier, scultrice tra Carrara e Vienna. Per raggiungere Monteggiori è previsto un servizio navetta dalla stazione di Pietrasanta.
Giro d’Arte non è solo un evento, è una comunità che si racconta, è materia che parla, è un invito ad abitare l’arte nel suo farsi, fuori dai riflettori, ma dentro alla vita vera.