Dal 6 dicembre 2024 al 1 febbraio 2025, la sede romana di Gagosian ospita “Moving Picture (946-3) Kyoto Version”, un’installazione immersiva di Gerhard Richter che sintetizza decenni di ricerca sul rapporto tra immagine, luce e suono. Quest’opera rappresenta la prima presentazione in una galleria italiana della serie e segna il ritorno dell’artista in una galleria del Paese dopo oltre quarant’anni, dalla sua ultima mostra nel 1983.
“Moving Picture (946-3) Kyoto Version” nasce dall’evoluzione della serie Strip, avviata da Richter nel 2010. Questo progetto si distingue per l’uso innovativo di strumenti digitali che permettono di frammentare immagini fotografiche preesistenti, scomponendole in strisce via via più sottili e specchiate, per poi ricomporle in configurazioni complesse. Questo metodo ha generato opere pittoriche, stampe, libri e sculture monumentali, tra cui la celebre STRIP-TOWER(2023), attualmente esposta presso la Serpentine Gallery di Londra.
Con “Moving Picture (946-3) Kyoto Version”, Richter trasforma questa ricerca in un’esperienza multisensoriale. Al centro dell’installazione vi è un film, realizzato in collaborazione con la regista Corinna Belz, proiettato su uno schermo di 22 metri di larghezza, creando un ambiente monumentale in cui il colore e la luce si espandono in una dimensione quasi infinita. A questa componente visiva si aggiunge una partitura originale composta da Rebecca Saunders per tromba, eseguita dal musicista Marco Blaauw. Sei amplificatori distribuiti nello spazio avvolgono lo spettatore, facendo del suono un elemento fisico e immersivo, che interagisce dinamicamente con l’immagine.
Richter ha esplorato in passato l’intersezione tra immagine e suono in collaborazioni con figure come Arvo Pärt e Steve Reich, in contesti come il Manchester International Festival (2015) e il The Shed di New York (2019). Tuttavia, “Moving Picture” porta questa sperimentazione a un livello di complessità inedito, combinando un’estetica digitale raffinata con un’imponente dimensione sonora, capace di coinvolgere lo spettatore in un’esperienza totale.
L’installazione è anche un tributo alla capacità dell’artista di reinventare continuamente la pratica pittorica. Dagli anni ’60, Richter ha sperimentato con la fotografia, utilizzandola sia come strumento di analisi che come medium autonomo. Ha ingrandito dettagli delle sue tele per esplorare la materialità della pittura, ha creato griglie di colore casuali nei Color Charts, e ha costruito opere monumentali come il Cologne Cathedral Window (2007), una vetrata composta da 11.500 pannelli di vetro colorato. In ogni fase, Richter ha esplorato la casualità come fonte di bellezza, un tema che trova la sua massima espressione in “Moving Picture”.
La luce come materia artistica è centrale in questa installazione. Come nel caso delle sue vetrate per la Cattedrale di Colonia, anche qui Richter utilizza il digitale per trasformare la luce in una forza creativa autonoma. L’immagine non è più legata alla figurazione tradizionale, ma si evolve in un linguaggio astratto fatto di ritmo, movimento e colore. Questa astrazione non riduce l’opera a un mero esercizio formale, ma amplia la percezione dello spettatore, immergendolo in un ambiente che sollecita una risposta emotiva e fisica.
La musica di Rebecca Saunders, con le sue tonalità profonde e atmosferiche, accentua l’impatto sensoriale dell’opera. La tromba, amplificata e frammentata nello spazio, dialoga con i colori e le forme in movimento, creando una sinergia che trascende la distinzione tra suono e immagine. L’opera diventa così un’esplorazione della percezione umana, invitando lo spettatore a perdersi in un flusso continuo di stimoli visivi e sonori.
“Moving Picture (946-3) Kyoto Version” non è solo un’opera da osservare, ma un’esperienza da vivere. Richter, che nel corso della sua carriera ha ridefinito i confini della pittura, qui si confronta con il concetto di arte totale, in cui immagine, luce e suono convergono in una narrazione astratta ma profondamente umana. L’installazione non cerca risposte definitive, ma esplora il potenziale infinito della casualità e del processo creativo.
Con questa mostra, Gagosian Roma offre al pubblico italiano un’occasione unica per immergersi nel lavoro di uno dei maestri indiscussi dell’arte contemporanea. “Moving Picture” è un manifesto del potere trasformativo dell’arte, un invito a riscoprire la bellezza nascosta nelle intersezioni tra caso, sistema e sensibilità. In un’epoca dominata dalla saturazione visiva, Richter ci ricorda che l’arte ha ancora il potere di sorprendere, emozionare e far riflettere.