Dalla laguna alla tazzina: come funziona Canal Café, il progetto premiato alla Biennale

«Il pubblico berrà Venezia» è la frase iconica che esce dalla bocca dei progettisti del nuovo sistema di depurazione sperimentato sulle acque lagunari, presentato quest’anno all’Arsenale, luogo per eccellenza dell’incontro terra-acqua.

Canal Cafè è il nome che battezza la riuscita di un progetto durato circa 20 anni e che si è aggiudicato il premio Leone d’Oro per la miglior partecipazione della Biennale di Architettura: coordinato dallo studio newyorchese Diller Scofidio + Renfro, il nuovo metodo ha perseguito per anni l’obiettivo quasi utopico di rendere potabile l’acqua di Venezia, riuscendoci proprio nel contesto di una Biennale dedicata ai cambiamenti futuri.  

Inaugurata lo scorso 10 maggio e affidata alla cura di Carlo Ratti, la 19esima Biennale di Architettura si intitola Intelligens. Natural. Artificial. Collective, quasi una proporzione matematica che invita le diverse intelligenze a collaborare e l’architettura, strumento cardine dell’ingegno umano, a «diventare flessibile e dinamica, proprio come il mondo per cui sta progettando».

La giuria del premio presidiata da Hans Ulrich Obrist e formata dalle curatrici Paola Antonelli e Mpho Matsipa, ammira la costanza della ricerca effettuata, evidenziando come la laguna possa diventare un laboratorio a cielo aperto e assumere funzioni e interpretazioni impensabili. We Build è il gruppo che supporta l’iniziativa restando fedele a una delle sue principali mission, quella di rendere accessibile l’acqua potabile a piú cittadini, partendo dall’assunto che piú del 40% della popolazione globale vive in condizioni di rischio di carenza idrica; l’acqua del canale subisce un processo di dissalazione e depurazione per arrivare a offrire un prodotto sicuro direttamente dalla risorsa naturale primaria.

Provvidenziale il ruolo della Serenissima per l’introduzione e la diffusione del caffè in Italia, sede non a caso del piú antico caffè d’Italia, il Florian, custode di tradizione e protagonista di innovazione. Gli enti coinvolti nello sviluppo di questo progetto sono vari, a partire dallo studio del design di Diller Scofidio + Renfro, si procede con l’intervento delle due aziende di depurazione, l’americana Natural Systems Utilities e l’italiana Sodai per arrivare alla rappresentanza del mondo gastronomico con lo chef stellato Davide Oldani, ambassador Lavazza che firma questa collaborazione. 

«Mi attraggono le cose che mi danno ispirazione per poter crescere» Davide Oldani

Oldani prende parte a un team multidisciplinare e trasversale, che mette in campo competenze altamente specifiche orientate a combattere e sfidare il cambiamento climatico e lo spreco nato e alimentato dalla produzione massiva industriale. 

Dal 2008 viene studiato nei minimi dettagli il percorso che segue l’acqua per diventare un classico caffè espresso: per essere dichiarata pura, attraversa una zona con piante alofile, capaci quindi di trattenere le scorie mantenendo i sali minerali, per poi passare a una fase di sterilizzazione UV. Garantita la potabilità, quest’acqua si trasforma in caffè grazie al delicato equilibrio che Oldani ricerca per evocare storia, cultura e tradizione veneziana attraverso gli aromi. 

La nuova bevanda rappresenta l’italianità piú autentica, il simbolo di un buongiorno o di una breve pausa, ma soprattutto l’incontro della tradizione con l’avanguardia tecnologica. Canal Café è il punto di arrivo di una ricerca ventennale e il punto di partenza di un cambiamento che deve ambire a diventare condiviso e partecipato, proprio come una tazzina di caffè dopo una cena tra amici.

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