Basilea capitale dell’arte: tutto su Art Basel 2025 tra artisti italiani, collezionismo e visioni globali

Pronti, partenza, via: inizia la Settimana di Art Basel, la fiera d’arte più importante del mondo, appuntamento imperdibile per addetti ai lavori e appassionati d’arte di tutto il pianeta. L’apertura al pubblico è prevista dal 19 al 22 giugno 2025, ma i giorni caldi per collezionisti e operatori del settore sono certamente le giornate di anteprima dal 16 al 18 giugno. Ma che edizione è Art Basel 2025 che si apre in quello che l’economista culturale Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics, ha definito un “ambiente economico complesso”?

Proviamo ad esaminarlo nel dettaglio.

Gli ultimi due anni sono stati particolarmente complicati per il mercato dell’arte. The Art Basel and UBS Art Market Report, pubblicato ad aprile 2025, ha evidenziato un calo del 12% nel 2024, a causa del rallentamento della fascia alta del mercato e dell’instabilità politica ed economica globale.

Il settore ha subito una riduzione generale con le vendite globali che si sono assestate a circa 57,5 miliardi di dollari nel 2024, rispetto ai 65 miliardi dell’anno precedente. Le aste, in particolare, sono state pesantemente colpite, con un calo del 25% e un valore delle opere di oltre 10 milioni di dollari che si è ridotto del 45%. Questi dati riflettono una situazione economica complessa, che potrebbe ulteriormente peggiorare con l’eventuale applicazione di nuovi dazi, come quelli proposti dall’amministrazione Trump. 

Tuttavia, nonostante questa flessione, c’è un aspetto positivo da sottolineare: l’aumento delle vendite di opere a prezzi più accessibili (sotto i 50mila dollari) ha permesso a dealer e case d’asta di raggiungere nuovi acquirenti, sempre più diversificati, e di ampliare il numero dei collezionisti stimolando l’attività dei piccoli mercanti e contribuendo a mantenere viva la scena artistica. 

Art Basel 2025

In questa situazione dai tratti poco confortanti, il brand globale Art Basel si presenta all’appuntamento con la sua fiera più importante forte della nuova partnership tra MCH Group (società che gestisce Art Basel), Qatar Sports Investments e QC+ (collettivo specializzato nel “cultural commerce”) che culminerà con il debutto di Art Basel Qatar a febbraio 2026, nuovo avamposto, dopo Miami, Hong Kong e Parigi, per la conquista del mercato mediorientale.

Una infusione di entusiasmo e ottimismo che si riverbera sull’intero sistema Art Basel. Nonostante i costi altissimi, l’edizione 2025 della fiera presenta la cifra monstre di 291 gallerie, 4 in più dello scorso anno, a dimostrazione di come la manifestazione svizzera continui a richiamare le gallerie più importanti del mondo.

Per molti operatori del settore, Art Basel, dunque, si conferma un appuntamento imprescindibile, sia nell’agenda che nei fatturati annuali. Qui sono presentate le opere più ambiziose, attrattive e costose, riservate a collezionisti di medio e alto rango. Hauser & Wirth, che gioca in casa, presenta, ad esempio, Migration, capolavoro di Philip Guston del 1978, proveniente da una collezione privata ed in vendita a 7,5 milioni di dollari.

Pace risponde con l’opera più cara della fiera: Homme à la pipe assis et amour di Pablo Picasso, del 1969, valutato 30 milioni di dollari. Nello stand, anche un’opera di Joan Mitchell stimata 20 milioni e due tele di Rothko. Thaddeus Ropac punta su Georg Baselitz, con due opere da oltre 5 milioni complessivi e un tributo simbolico a Otto Dix con il lavoro intitolato The Artist’s Parents II. Gagosian, invece, propone Evil Spirit (1963) di Helen Frankenthaler, proveniente direttamente dalla fondazione dell’artista, a 5 milioni di dollari.

Notevole presenza di italiani ad Unlimited

In attesa di vedere come andranno le vendite, a dare il via alla manifestazione è, come da tradizione, Art Basel Unlimited, porzione speciale della fiera dedicata ad opere di grandi dimensioni e progetti innovativi. Un vero marchio di fabbrica di Art Basel, inimitato e inimitabile, che stupisce ogni anno per dimensioni e per l’audacia delle proposte artistiche rivolte più ad un collezionismo museale che privato.

Da segnalare quest’anno, tra i 67 selezionati, la presenza particolarmente cospicua di artisti italiani, un bel segnale per il nostro paese. All’ingresso dell’area, vi è un’installazione luminosa monumentale lunga 34 metri di Marinella Senatore We Rise by Lifting Others (2023), unica donna selezionata dal curatore Giovanni Carmine. E poi Mimmo Paladino con una sala dedicata al ciclo dei Testimoni, per la prima volta presentato in forma completa; un Igloo di Mario Merz e opere di Valerio Adami, Piero Golia, Arcangelo Sassolino. La forte presenza di artisti italiani e il numero cospicuo di gallerie provenienti dal nostro paese (sono oltre 20) lascia ben sperare dopo anni di appannamento e nonostante tutte le difficoltà legate ad un mercato perennemente in affanno rispetto ai competitors. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu Newsletter

Scelti per te

Memoria, natura e visioni future: Bologna accoglie Il Giardino delle Risonanze tra Pinacoteca e MAMbo

Servendosi di quell’incredibile strumento poetico che è l'epifania, la mostra Il Giardino delle Risonanze, che dal 27 giugno al 14 settembre 2025 connette le collezioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna e del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, trasformando le due istituzioni in un unico organismo narrativo.

Seguici su Instagram ogni giorno