Bamboo 1947: l’eleganza senza tempo di Gucci in scena alla Milano Design Week

La Bamboo 1947 è la bag che accomuna celebrities di tutte le epoche, da Lady Diana a Harry Styles affermandosi come un modello versatile ma al tempo stesso simbolo di una preziosa tradizione artigianale tutta italiana.

Dal primo esemplare si sono avvicendate diverse interpretazioni che hanno dato voce a designer e stilisti di tutto il mondo, da Tom Ford a Alessandro Michele: inizialmente a variare sono solamente materiali e finiture, ma con il tempo l’iconico manico di bambù viene abbinato a borse differenti, donando un fascino esotico a sacche, valigette e a bag oversize da giorno. 

Dall’8 al 13 aprile i Chiostri di San Simpliciano ospiteranno la mostra Gucci | Bamboo Encounters, curata dallo studio 2050+ per rendere omaggio al materiale che ha segnato buona parte della storia della maison. Sette progettisti sono chiamati a mostrare al pubblico le proprie creazioni, suggerendo applicazioni inaspettate: dalla storia legata al materiale d’Oriente, a installazioni immersive che coinvolgono il pubblico in un percorso di scoperte e riscoperte. 

Dal 1 al 6 aprile, la Bamboo 1947 è stata oggetto della mostra Gucci Bamboo: Decoding an Icon quasi propedeutica all’evento milanese: una ricerca archivistica svela le origini della materia, la sapienza degli artigiani fiorentini che l’hanno resa parte della storia del fashion e il valore che assume nella tradizione cinese.

La prima ispirazione venne al fondatore Guccio Gucci nel primo dopoguerra guardando niente di meno che i suoi stessi bastoni da passeggio, finemente decorati e lavorati per risultare leggeri e resistenti; grazie alla sua facile reperibilità e all’assenza di ostacoli per entrare in territorio europeo dal Giappone, il bambù diventa oggetto di sperimentazione facendosi strada dall’Italia a Hollywood.  

Materiale estremamente versatile grazie alla lunghezza delle sue fibre, il bambù viene utilizzato fin dall’antichità per produrre funi, carta, tessuti in quanto resistente e ecologico. Anche il design sperimenta da anni le potenzialità e i pregi di questo materiale, con case ecologiche facilmente riproducibili e con occhio attento alla sostenibilità; chiamato anche “acciaio verde” sostiene il doppio del peso del comune cemento rimanendo flessibile e malleabile per seguire le forme piú contemporanee in un ensemble perfetto per proposte innovative. 

La moda scopre il bambù non solo come elemento decorativo, ma anche come tessuto in forma della sua derivata viscosa, spesso abbinato al cotone per la sua resa brillante e morbida e le sue qualità antimicrobiche

Celebri pellicole e campagne pubblicitarie rimaste nella storia hanno impresso l’immagine della borsa seguendo epoche e trend senza cambiare la propria anima: Ingrid Bergman inaugura la bag sugli schermi del grande cinema nel famoso Viaggio in Italia (Rossellini, 1954) e pochi anni dopo Elizabeth Taylor la sfoggia in La gatta sul tetto che scotta (Brooks, 1958) fino alla comparsa in Blow-Up nel 1967 di Antonioni. 

Sotto la direzione di Alessandro Michele, la Bamboo 1947 diventa vera e propria opera d’arte, oggetto di scatti e installazioni richieste a artisti internazionali dallo stesso stylist: fondali onirici e urbani, in grembo a modelle, protagonista di un fumetto, la Bamboo risulta sempre adatta e mai fuoriluogo alternando materiali, lucidità e dettagli al variare dello stile scelto. 

Questa è una borsa. No, non solo una borsa. Un trionfo di grazia sopra l’austerità

(The Making of the Gucci Bamboo 1947, 2023)

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