L’autunno “caldo” delle fondazioni lirico-sinfoniche non vede primeggiare solo le “spine” del Teatro La Fenice, alle prese con il complicato caso della nomina a direttore musicale di Beatrice Venezi, contestata da più parti. Anche il più antico teatro lirico d’Europa, il San Carlo di Napoli, sta vivendo un momento turbolento e a imperversare, più che il dibattito sulle politiche culturali, sono le aule di tribunale. Al centro della contesa, diventata un vero e proprio braccio di ferro politico, c’è la nomina a nuovo sovrintendente di Fulvio Adamo Macciardi, già al Verdi di Trieste e al Comunale di Bologna. L’ultima tappa della vicenda, che ha preso il via nei mesi estivi, ha la data dello scorso 3 ottobre, quando il Tribunale di Napoli ha respinto il ricorso del sindaco Gaetano Manfredi contro la nomina. Una decisione che chiude, almeno per ora, una lunga e intricata vicenda iniziata con la fine della direzione di Stéphane Lissner e proseguita tra riunioni contestate, nomine lampo e ricorsi davanti al Tar e al Tribunale civile.
I fatti: dal palcoscenico alle aule giudiziarie
Come da statuto, la Fondazione Teatro di San Carlo è governata da un Consiglio di indirizzo composto da cinque membri: il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che ne è il presidente; un rappresentante della Città Metropolitana, attualmente Maria Grazia Falciatore; tre membri designati da MiC (Ministero della Cultura) e Regione Campania, rispettivamente Marilù Faraone Mennella, Giovanni Francesco Nicoletti per il MiC e Riccardo Realfonzo per la Regione. Lo scorso marzo, il sovrintendente in carica, il francese Lissner, ex direttore dell’Opera di Parigi e già alla direzione artistica del Teatro alla Scala, saluta il San Carlo alla scadenza del suo contratto, richiamando all’attenzione una politica “troppo presente” nelle vicende del teatro partenopeo, la cui vita è, a suo dire, condizionata dalle tensioni crescenti in particolare tra le istituzioni locali, Regione e Comune.

Del resto, la stessa nomina di Lissner, già in passato, era stata al centro di una vicenda complessa: nel 2023 il governo Meloni aveva varato un decreto legge che fissava a 70 anni il limite d’età per i cittadini stranieri chiamati a ricoprire incarichi gestionali nelle fondazioni lirico-sinfoniche, determinando la decadenza del soprintendente da Parigi e l’arrivo di Carlo Fuortes. Lissner aveva però impugnato il provvedimento e ottenuto ragione. Scaduto il contratto di Lissner, si arriva al mese di agosto: il 4 Manfredi convoca la riunione del Consiglio di Indirizzo, poi sconvocato per impegni istituzionali nella capitale. Nonostante l’annullamento della riunione deciso dal primo cittadino, i tre membri nominati da MiC e Regione Campania (Faraone Mennella, Nicoletti e Realfonzo) si riuniscono lo stesso votando la proposta di nomina di Fulvio Adamo Macciardi. Il giorno successivo, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, formalizza con un decreto la nomina. Manfredi reagisce duramente, sostenendo che la riunione non fosse regolarmente convocata. Comincia un intenso braccio di ferro tra l’inedita maggioranza (3 membri su 2) venutasi a creare in seno al consiglio d’indirizzo tra MiC e Regione, da un lato, e Comune dall’altro.
Il Comune di Napoli ricorre al Tribunale civile e al TAR contro la nomina del 4 agosto, ma il 26 arriva un nuovo scontro. Il Consiglio di Indirizzo viene convocato ufficialmente, ma all’ordine del giorno non era prevista la nomina del soprintendente. I tre membri di MiC e Regione vogliono comunque votarla. Manfredi e Falciatore abbandonano la seduta, ma gli altri tre membri procedono ugualmente alla votazione. Il Comune impugna anche questa decisione e i ricorsi diventano due. Il Tar rinvia la pronuncia, in attesa di ulteriori documenti. Ad agosto, il Tribunale civile di Napoli respinge il primo ricorso di Manfredi. Successivamente, viene accolto invece il secondo, sospendendo la nomina di Macciardi in via cautelare e rinviando alla decisione di merito. Il Presidente del Tribunale di Napoli dispone poi di riunire i due fascicoli in un unico procedimento. Fino all’epilogo, probabilmente momentaneo, del 3 ottobre: il giudice respinge i ricorsi di Manfredi, annulla la sospensione e riconosce la validità della nomina di Macciardi da parte del ministro Giuli.
In qualità di presidente della Fondazione, il sindaco Manfredi ha così commentato: “Le pronunce giudiziarie sulla nomina del Sovrintendente del Teatro San Carlo sono divergenti tra di loro e mai univoche. Come ho sempre fatto, rispetto le leggi e i provvedimenti giudiziari. Prendiamo atto dell’ordinanza odierna del giudice civile e quindi – e come già annunciato prima dell’esito del ricorso al fine di tutelare la gestione artistica del Teatro – siamo pronti a convocare il Consiglio di Indirizzo per contrattualizzare il nuovo Sovrintendente. In attesa della pronuncia del Tar e nel merito del giudice civile”. Di fatto, a oggi, Fulvio Adamo Macciardi è sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli.
Il tempo sospeso del lirico napoletano
Il contenzioso lascia sullo sfondo la programmazione artistica e i progetti di rilancio del massimo napoletano, mentre le dinamiche istituzionali continuano a intrecciarsi con quelle culturali. Segno che, anche nei luoghi simbolo della produzione di eccellenza culturale e artistica italiana, le scelte di governance restano un terreno delicato e spesso conteso che, talvolta, va a intrecciarsi con l’attualità politica. Non va infatti dimenticato che in Campania volge al termine l’esperienza di Vincenzo De Luca alla guida della Regione e il 23 e 24 novembre si eleggerà il nuovo presidente. La partita per la guida della Regione Campania, inevitabilmente presente sullo sfondo, aggiunge un ulteriore livello di lettura a una vicenda che intreccia cultura e politica. E mentre le istituzioni misurano i propri equilibri, il San Carlo resta in attesa di ritrovare la sua piena centralità artistica.
“Ogni elemento di chiarezza e stabilità è importante per il futuro. Il teatro resta comunque in attesa di un altro ricorso, quello pendente al Tar, quindi è essenziale evitare qualsiasi forma di esasperazione: servono misura e visione, non nuove tensioni. Ovviamente dispiace che la nomina arrivi a seguito di una decisione della giustizia. Abbiamo bisogno di un clima costruttivo in cui le diverse voci possano convergere verso l’interesse comune”, spiega ad Artuu Stefania Brancaccio, presidente dell’Associazione “Amici del Teatro San Carlo”. “Chi arriva eredita responsabilità culturali e civiche. Il San Carlo è vivo grazie all’orchestra, alle maestranze, al pubblico e alle istituzioni: non può esserci divisione. Napoli merita un San Carlo all’altezza della sua storia, proiettato verso un futuro trasparente e autorevole. Il nostro massimo – conclude – non è vissuto solo come un monumento, ma come luogo in cui tutta la città si riconosce. Dobbiamo evitare che diventi terreno di scontro e personalismi”.



