Nato nel 1997 in Rue Saint-Honoré dall’idea di Colette Roussaux, antesignano degli store che oggi popolano le strade di molte città. Colette non era un negozio di lusso, ma nemmeno un negozio urban style, era una realtà sospesa che iniziava a mettere il seme di ciò che oggi chiamiamo concept store: abbigliamento, gioielli, arte, beauty, musica e letteratura di nicchia, una vasta gamma di prodotti che accostati lanciano binomi imprevisti in una delle prime azioni di merchandising della storia.
Tra i designer che devono il loro successo a Colette c’è anche Virgil Abloh, lo stilista scomparso nel 2021 e ricordato con la retrospettiva “The Codes” al Grand Palais: dal 30 settembre al 10 ottobre, negli oltre 1200 mq di spazio espositivo, Colette rivivrà il suo splendore in un pop up store proprio in concomitanza all’omaggio all’artista che vanta collezioni e pezzi unici pensati e dedicati a questo negozio rivoluzionario.

Tra i brand che hanno collaborato con Colette si ricordano Nike, con una limited edition delle Air Jordan 1 create appositamente per la chiusura del negozio, Chanel, con un allestimento temporaneo di borse e bambole griffate e poi ancora Balenciaga, Ladurée, Lacoste. L’impatto di Colette spazia peró in molti altri campi, come testimonia l’iconico “Blu Colette” che diventa il colore Pantone 293C, o ancora la collab Hello Kitty x Playboy e l’hamburger blu creato con la catena di hamburgerie Blend servito nello spettacolare Water Bar al primo piano dello store.
Nonostante abbia cessato la sua attività, Colette si racconta ancora oggi attraverso chi ha deciso di portare avanti la sua eredità: nel 2018 Sébastien Chapelle e Marvin Deimn, ex manager della boutique, fondano Nous con l’idea di proporre un concept store dalle ceneri di Colette, ricercando uno spirito raffinato e metropolitano allo stesso tempo. Con un focus piú orientato allo street style, Nous offre una selezione variegata e sapientemente selezionata, riproponendo l’essenza del suo antenato con un design contemporaneo e essenziale.
Un altro omaggio allo store si ricorda Colette Mon Amour (2020), documentario diretto da Hugues Lawson-Body dedicato alle testimonianze dei protagonisti di questa avventura: da Virgil Abloh a Kanye West e Pharrel Williams, un ricco repertorio di interviste ai clienti piú affezionati, ai soci e al team di Colette, costruisce un quadro emozionante per condividere con il pubblico la spinta innovativa che ha investito il mondo dell’arte e della moda a ogni latitudine.
Colette lascia una traccia indelebile non solo per essere stato “uno dei primi”, ma per aver creato uno dei primi melting-pot culturali demolendo le pareti tra le discipline e per essersi aperto a piú letture del concetto di “arte”. All’interno delle sue pareti gli incontri avvengono spontaneamente grazie alle direttive aperte e flessibili che incoraggiano stili, artisti, forme espressive differenti a un match inaspettato e stimolante, propulsore a sua volta di creazioni e progetti originali e estemporanei.
Il motto che ha sempre guidato l’attività, Stile, design, arte e cibo nasce proprio dall’ispirazione cosmopolita che ha portato alla sua nascita: tutto ciò che trovava posto nel cuore della fondatrice e di sua figlia è stato studiato e ricontestualizzato nella capitale francese, rendendo accessibili trend provenienti da New York, Londra e Tokyo. La ricerca accompagna la programmazione e l’allestimento della quotidianità di Colette, attraverso una ricca agenda di eventi e iniziative e scelte artistiche in costante aggiornamento.
“Siate curiosi, siate veri, e seguite sempre il vostro istinto” è il messaggio che l’erede di Colette lascia ai nuovi avventori del settore, una ricetta genuina che ha portato il sogno di una mamma e una figlia a diventare realtà.


