Opere di Franscesca Banchelli alla Galleria Poggiali di Pietrasanta

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Bello era il mio amore, però malinconico (Someone with the dog at dawn), 2020, oil and acrilyc on cotton, cm 140×180 via Galleria Poggiali

Mille Giorni Contano è la mostra personale dell’artista a cura di Sergio Risaliti, Direttore artistico del Museo Novecento di Firenze.

Mille giorni contano è il titolo che l’artista ha scelto per presentare i suoi dipinti e le sue sculture – in totale una ventina di opere – che saranno visibili con ingresso libero nei due spazi pietrasantini della Galleria Poggiali: la project room di via Garibaldi 8 e la suggestiva sede dell’Ex-Fonderia d’Arte Luigi Tommasi di via Marconi 48.

Recentemente Francesca Banchelli ha tenuto una mostra al Museo Novecento di Firenze, partecipando al progetto Duel in dialogo con un’opera di Scipione, così come ha nel suo palmares importanti apparizioni in istituzioni italiane e straniere come il Museo Pecci a Prato, Villa Romana a Firenze, il Macba di Barcellona, la Tate modern di Londra. La sua ricerca spazia dalla pittura alla scultura, dal disegno alla performance, al video.

I dipinti dell’artista toscana ci invitano a riconsiderare la potenza narrativa della pittura: attratti da una ricerca sul colore nella sua versione magico-espressiva, seguiamo un flusso di apparizioni figurative, uomini, donne, fanciulli, cani, volatili, animali selvatici, che vivono in un mondo naturale, rigoglioso di piante e di acqua, spazzato via da una tempesta, a volte oscuro come in una plumbea notte.

Quelli di Banchelli sono tuttavia paesaggi del profondo, luoghi dell’anima che ospitano esperienze dall’inconscio personale e collettivo. La cronaca, la storia, perfino la vita quotidiana, hanno una loro risonanza archetipica e surreale; l’aneddoto, il ricordo, il dato oggettivo vengono trasfigurati in un immaginario onirico che include nelle sue scene passato e futuro, il remoto e il futuro, l’incognito e la previsione. Sogno, profezia, reminiscenza o prefigurazione la sua poetica attraversa e restituisce un linguaggio pittorico al micro e la macrocosmo, in una dimensione che attraversa il tempo cronologico, tra diurno e notturno.


Mille giorni contano, Galleria Poggiali, Pietrasanta, 2021, overall view via Galleria Poggiali

I suoi dipinti risultano narrativi, ma solo a un primo livello di lettura. Le sue composizioni ci impongono un approfondimento mentale ed emozionale. Dopo una prima fase di godimento per il tipo di esecuzione – leggera, veloce, intensa, ricca di sfumature – viene da domandarsi quale sia il significato delle singole figure e degli oggetti in scena, e quali i loro nessi. Il racconto sfugge ma sotteso si intuisce. La pittura è ancora cosa mentale, ma di un pensiero dell’immagine che scaturisce dal cuore, dall’immaginario del profondo. La pittura aggiunge qualcosa di specifico, un’alterità che le è propria. Crea mondi e storie che possono essersi esaurite e che stanno per avvenire, magari ripetersi, differenti e inedite.

«La pittura – dice Francesca Banchelli – mi porta ad esplorare dei territori che sono introvabili con gli altri mezzi. La pittura approfondisce e satura immaginari che si sono creati lavorando su concetti e pensieri, immaginari così stabili che ritornano instabili, diventano realtà pronte a schiudersi ed essere raccontate con risvolti impensabili, se non attraverso l’uso della pittura».

Cover Photo Credits: Mille giorni contano, Galleria Poggiali, Pietrasanta, 2021, overall view

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