Le installazioni di Claudia Comte in mostra al Castello di Rivoli

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Se volete farvi un selfie davanti alle opere super social di Claudia Comte è il momento giusto! Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospita la prima personale di Claudia Comte in un museo pubblico italiano, sviluppata a stretto contatto con l’artista e curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio.

L’artista svizzera Claudia Comte (Grancy, 1983) arriva a Rivoli con Claudia Comte. How to Grow and Still Stay the Same Shape, la personale per cui ha realizzato undici monumentali interventi murali appositamente pensati per le sale del terzo piano della residenza reale. Nata e cresciuta a Grancy, un piccolo villaggio vicino a Losanna ai piedi del Mont Tendre, una delle cime più alte del Massiccio del Giura, esprime nei suoi lavori un forte rimando autobiografico. La foresta con i suoi alberi, personali ricordi d’infanzia, influenzano fortemente la traduzione del paesaggio all’interno delle sue creazioni.

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Claudia Comte. How to Grow and Still Stay the Same Shape

A partire dall’osservazione della natura e dei suoi mutevoli pattern, infatti, la Comte elabora ampie installazioni ambientali che traducono le forme del paesaggio in sequenze ottiche e segni grafici infiniti, con una estetica digitalizzata. Tratto distintivo della sua pratica artistica è l’indagine sulla percezione dello spazio fisico elaborato attraverso la realtà virtuale, esplorando, così, le sempre maggiori interconnessioni fra la realtà empirica e la sua digitalizzazione. Il corpo principale delle opere di Comte è rappresentato da queste installazioni, ma il suo lavoro comprende anche la scultura e la pittura, nonché ampie installazioni multimediali.

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Claudia Comte. How to Grow and Still Stay the Same Shape

Tutti i progetti dell’artista svizzera condividono nella fase di ideazione una serie di regole, che con evidenza collegano un lavoro all’altro. Da questa matrice processuale deriva un approccio metodico ma allo stesso tempo dinamico caratterizzato da un’attitudine minimalista che avvicina le sue opere all’astrazione di Sol LeWitt, Bridget Riley e perfino John Armleder, artista con il quale ha studiato. Il progetto della mostra al Castello di Rivoli è ispirato ad alcuni motivi decorativi settecenteschi presenti sui soffitti e sulle pareti dell’edificio principale del Museo. Per realizzare il suo intervento site-specific, la Comte ha studiato, inoltre, le specificità geologiche del territorio dove il Museo è collocato e ha combinato questo studio con la sua recente ricerca sull’esplorazione del mondo sottomarino, rivelando un’alleanza tra ricerca e pensiero ecologico. I motivi decorativi, le specificità geologiche e la ricerca su paesaggi sommersi sono stati infine rielaborati in moduli geometrici, ripetuti nello spazio, creando un ambiente ottico avvolgente e vibrante. La mescolanza di dati scientifici e nozioni storiche viene filtrata dall’artista e restituita visivamente in forme astratte per creare un’esperienza visiva e sensoriale. Come per gli altri progetti murali, l’opera presentata al Castello è sviluppata a partire dalla geometria e dalla ripetizione lineare delle forme, elementi riconoscibili della cifra stilistica di Comte.

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