A Firenze la retrospettiva su Tiziano Bonanni a sostegno dell’Associazione Tumori Toscana

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Palazzo Vecchio a Firenze ospita fino al 5 settembre la retrospettiva su Tiziano Bonanni. Una mostra che si pone anche l’obiettivo di sostenere l’Associazione Tumori Toscana.

Iniziata il 28 agosto presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze IDENTITY 1,618, retrospettiva sull’artista Tiziano Bonanni, tra i principali esponenti della scena contemporanea toscana. Sono circa 70 le opere esposte tra dipinti, sculture e composizioni, realizzate da Bonanni a partire dalla fine degli anni ‘80 fino ai giorni nostri. L’identità, intesa come valore fondamentale di ogni individuo, in rapporto alla propria esistenza e alle trasformazioni storiche della propria epoca, sarà il fil rouge della mostra. Concetto, quello di identità, che ha accompagnato e influenzato Bonanni durante tutto il corso della sua ricerca artistica e carriera pluridecennale.

IDENTITY 1,618 nasce anche con la volontà di sostenere l’Associazione Tumori Toscana (A.T.T.) e promuovere attraverso l’arte contemporanea un messaggio sull’importanza delle cure oncologiche gratuite a domicilio. In occasione del finissage del 5 settembre  sarà a tale scopo donata al presidente di ATT Giuseppe Spinelli l’opera di Bonanni Come sassolini gettati nel mare (2017), che verrà successivamente venduta in asta, e il ricavato devoluto interamente all’associazione. L’opera è un ritratto di Madre Teresa di Calcutta.

Tiziano Bonanni è un pittore, scultore, grafico e designer toscano, tra i principali esponenti della scena artistica contemporanea. Affianca al suo lavoro di artista quello di insegnante, vestendo il ruolo di presidente e direttore di RST ART ACADEMY, scuola d’arte con sede a Scandicci (Firenze) da lui fondata nel 1996. Nel corso della sua lunga produzione artistica Bonanni ha indagato costantemente le tematiche sociali ed esistenziali. Dagli anni 2000, in relazione ai grandi cambiamenti che la  società stava vivendo, realizza la serie GenS (Generative Stratification Style), dove attraverso l’utilizzo di scarti industriali e materiali di riciclo dà vita ad opere stratificate, che paiono provenire da un sommarsi di ricordi, di riflessioni, di emozioni, dal profondo della memoria. “un palcoscenico di ibridazioni su cui sfilano le figure dell’oggi, immerse in una densità drammatica” scrive Nicola Nuti, curatore di IDENTITY 1,618.

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