Breve guida alla Poster Art

Tra le varie branche della Street Art, la Poster Art, o per utilizzare il termine anglosassone Paste Up, risulta una delle forme d’arte più ecologiche e versatili impiegate in questo settore. Ma in cosa consiste questa tecnica? E quali sono i suoi principali esponenti?

La poster art consiste nell’utilizzo di carta (poster) come medium, il quale viene applicato sulle superfici urbane tramite della colla, molto spesso biologica, composta principalmente da acqua e farina (wheat paste). Generalmente gli strati di colla sono due, il primo viene applicato direttamente sul muro ed il secondo sul poster appena incollato tramite strumenti come pennelli, rulli o scope a seconda della dimensione e dello spessore della carta. E’ un genere di intervento che permette all’artista di realizzare l’opera in studio e diffondere successivamente il proprio messaggio in strada in modo piuttosto rapido.
Le modalità impiegate per la produzione sono davvero tante: dipinti o disegnati a mano libera, mediante stencil, stampati digitalmente o con tecniche antiche come la xilografia. Come viene accennato nell’articolo Breve Guida alla Street Art, non esiste una vera e propria distinzione tra le varie tipologie di tecniche: ogni artista utilizza la carta come supporto, riportando su di esso il proprio sistema espressivo. Esattamente come nel caso della Stencil Art e della Sticker Art, e’ possibile realizzare posters con riproduzioni seriali, al fine di diffondere un messaggio o un immagine/logo, oppure opere uniche, anche di enormi dimensioni.

Hogre & DoubleWhy, Torino.

La carta generalmente utilizzata e’ di varie tipologie, come la velina, la fotografica oppure i semplici fogli A4 o A3. Essa viene scelta a seconda delle necessità dell’artista e dell’intervento, del tipo di tecnica impiegata, dell’effetto finale sul muro o durata di conservazione. La grammatura incide chiaramente sulla resistenza nel tempo del poster, spesso esposto quotidianamente agli agenti atmosferici. Il formato può essere sia il classico rettangolare, sia sagomato in funzione dell’immagine o del luogo in cui deve essere disposto. L’impiego della carta e della colla, fa si che la Poster Art sia tra le tecniche meno invasive adoperate nella Street Art, ma al contempo la più effimera. Infatti, la media di durata di un poster e’ di circa due anni, a meno che questo non venga strappato o crossato prima del suo naturale deterioramento. Per certi versi la veloce degradabilità della Poster Art e’ considerata un punto a suo sfavore, ma sfruttato in modo creativo può produrre interessanti risultati. Un esempio e’ la tecnica second skin di Zed1: l’artista realizza un primo dipinto su un supporto, per poi ricoprirlo interamente con degli strati di carta incollati sui quali dipinge una seconda immagine strettamente connessa con la prima. Il tempo, i fruitori o i passanti, rimuovendo pezzo dopo pezzo la carta, faranno riemergere il disegno sottostante, scoprendolo a piccole dosi. L’intervento diviene così performativo: lo spettatore, chiamato ad interagire con l’opera d’arte, viene coinvolto direttamente, annullando la distanza, che spesso caratterizza l’arte contemporanea, tra l’opera e il suo fruitore.

Second Skin Project realizzato da Zed1 in occasione della mostra Art can change the world

Per quanto riguarda la storia della nascita della Poster Art, e’ piuttosto complesso risalirne alle origini in quanto questa strada risulta ancora inesplorata. Tuttavia, il suo più plausibile antenato e’ il manifesto moderno, ampiamente utilizzato sin dalla metà del XIX secolo come veicolo di comunicazione verso la massa,. proprio per la possibilità di diffondere un messaggio in modo veloce, diretto, facilmente visibile e con costi decisamente ridotti. Questo sistema espressivo e’ stato acquisito e rielaborato dagli artisti urbani che, nel corso del tempo, hanno trasformato ciò che in passato era il manifesto in distribuzione nelle strade di vere e proprie opere d’arte.

Shepard Fairey via wikimedia.org

Attualmente l’artista più famoso a livello globale per l’uso di questa pratica e’ Shepard Fairey, ma e’ doveroso citare anche altri nomi che hanno contribuito a rendere la Poster Art un vero e proprio fenomeno mondiale. Esempi sono il francese JR che utilizza un mix tra Street Art e fotografia, incollando grandi ritratti per le città, spesso a carattere politico; il collettivo berlinese Mentalgassi, il francese WK Interact e l’americano Jetsonorama che, come JR, utilizzano giganteschi posters fotografici come cifra stilistica. Degni di nota sono anche Alexandros Vasmoulakis, nato in Grecia, le cui opere sono per lo più composte da un insieme di pittura, collage, carta e materiali misti; i Cut Up Collective, il cui operato consiste nel raccogliere manifesti pubblicitari e di diverso stampo per ritagliarli e ricomporli in una nuova immagine; il duo olandese Space 3, che dagli anni novanta cosparge le strade di navicelle spaziali; il greco GPO, l’americano Ron English e il francese OX. E ancora i lavori di Skullphone, del collettivo newyorkese Faile, del berlinese El Bocho, Sobr, Ben Frost, Levalet, Combo e Swoon. Anche in Italia questa tecnica si e’ sviluppata, gli artisti sono moltissimi. Tra coloro che hanno dato un apporto fondamentale per la diffusione della Poster Art sul territorio Nazionale vi sono Abbominevole, il duo Cuoghi-Corsello, Microbo e Bo13o, il romano JB Rock e, di più recente generazione, il collettivo Guerrilla Spam. E’ opportuno citare anche Hogre, che impiega il poster nei suoi progetti di Subvertising, ovvero la rielaborazione di un cartellone pubblicitario preesistente al fine di creare un nuovo cartellone, simile all’originale, ma con un messaggio completamente diverso e soprattutto critico nei confronti del brand e del sistema consumistico.

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