7 artisti raccontano il binomio tra cibo e arte

Da Claes Oldenburg a Tom  Wesselmann passando per Warhol: come il cibo ha contagiato l’arte.

Il primo ad immaginarsi cipolle e zucchine immerse – letteralmente – in un’opera d’arte è stato Giuseppe Arcimboldo. Già nel cinquecento il pittore milanese si divertiva a elaborare bizzarri ritratti, le “Teste composte”, annodando frutta, verdura, fiori e animali (soprattutto uccelli e pesci) diventando così una sorta di precursore dell’arte che ha come protagonista il cibo. Le sue opere da semplici provocazioni hanno dato il via a un filone di artisti interessati ai generi alimentari di comune utilizzo sottratti al loro consueto contesto. Pensate a Salvador Dalì, già nel 1933, con “Busto di donna”, esposto al MoMA e con “Capelli delle Pannocchie”. Ma anche a Magritte con la famosissima “Ceci n’est pas une Pomme” nel 1964. E poi? Ecco 7 artisti contemporanei che hanno intrecciato food e arte.

1) Claes Oldenburg

via Doppiozero

Artista e scultore svedese naturalizzato statunitense, Claes Oldenburg appartiene alla corrente della pop art. Si contraddistingue per la particolarità di progettare gigantesche istallazioni raffiguranti oggetti della quotidianità. E quando diciamo enormi intendiamo il cono gelato lungo 12 metri che l’artista ha “appoggiato” sul tetto della Neumarkt Galerie di Colonia. Oppure l’enorme coltellino svizzero ed il titanico cucchiaino con ciliegia.

2) Felix Gonzales Torres

via Frequenzealternative

Impossibile, gironzolando quantomeno sul web e social, non essersi mai imbattuti nella famosa opera d’arte “con le caramelle”. Minimalista e concettuale, l’arte del famoso artista cubano è carica di un fortissimo impatto emozionale facendosi carico di intrufolarsi in ogni aspetto intimo dell’amore quotidiano di coppia. “Untitled” (Potrait of Ross in L.A)”, del ’91, racconta la storia della tragedia accaduta al compagno morto di AIDS. Il peso di questa installazione, presentata come un cumulo di caramelle adagiate all’angolo, corrisponde esattamente a quello del compagno scomparso. Al pubblico viene chiesto di distruggere lentamente l’opera portandosi via una caramella per volta, a rappresentare la lenta fase terminale della malattia che ha consumato il corpo del compagno artista.

3) Tom  Wesselmann

via La Triennale di Milano

Avete presente i quadri di Tom Wesselmann, uno dei maestri storici della Pop Art famoso per i suoi “Great American Nudes”? Le sue opere sono contaminate da prodotti di grandi marchi americani della società americana degli anni sessanta. In “Still Life 30” (1963, New York, MoMA) fanno capolino gli alimenti che si possono trovare nella dispensa e nel frigorifero di una famiglia della società consumistica. Alcuni oggetti sono dipinti, altri sono stati ritagliati dalla pubblicità e poi incollati sulla superficie pittorica, seguendo una linea sottile fra l’opera d’arte e la pubblicità.

4) Alberto de Braud

via Artoffoodvalley

De Braud è un artista milanese appassionato ai dettagli, all’accumulazione, alla sequenza. Insomma  alla moltiplicazione degli elementi. Le sue opere rappresentano oggetti estrapolati dal loro consueto contesto che si ripetono all’infinito. Ciò che de Braud vuole trasmettere allo spettatore è l’idea per la quale frammenti della realtà, apparentemente banali e senza senso (come alimenti di genere comune), legati insieme assumono un significato nuovo.

5) Piero Gilardi

via Jlggbblog

Le opere dello sculture italiano si contraddistinguono per avere vocazione interattiva e partecipata. Un linguaggio innovativo. Per Gilardi la vita e l’arte sono fortemente interconnesse partendo dalla imprescindibile relazione tra natura e cultura. il suo percorso artistico ha indagato l’era del consumismo italiano, dalle origini all’avvento delle nuove tecnologie. La sua forma artistica è orientata a cercare soluzioni per contrastare il degrado socio-culturale e ridare all’arte la sua funzione relazionale e terapeutica.

6) Marcel Broodthaers

via Tate Modern

Marcel Broodthaers è stato un artista e poeta belga, uno dei maggiori rappresentanti dell’arte concettuale che unisce la cultura surrealista alle tendenze artistiche degli anni sessanta e settanta. In una delle sue opere di maggior successo ha ritratto proprio il cibo: “Casserole and Closed Mussels” (casseruola con cozze). In questo lavoro l’artista ha utilizzato il cibo per ironizzare e prendere in giro il proprio Paese con il Piatto tipico Nazionale. Le cozze qui “straripano” da una comunissima casseruola da cucina dando vita a un’opera dal sapore surrealista.

7) Andy Warhol

via Paroleacolori

E’ il 1962 e siamo a Los Angeles. Oggi un esordiente artista newyorkese di nome Andy Warhol terrà la sua prima personale alla Galleria Ferus. Per la prima volta, in una galleria, verranno esposti barattoli di zuppa al pomodoro (Campbell Soup I) ripetuti e ripetuti ancora, in modo tale da accendere i fari sul binomio tra società e consumismo.  Le opere di Warhol si sono trasformate in simboli della cultura di massa americana attraverso la ripetizione di immagini legate al linguaggio pubblicitario.

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