Le gallerie milanesi della sezione On Demand di miart18

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Nella sezione On Demand di Miart2018 le gallerie erano invitate ad esporre all’interno del proprio stand opere site-specific o interattive. Ecco le 5 gallerie milanesi che hanno partecipato. 

L’amore che si accende fra due blocchi di marmo, il calore delle quattro mura di casa restituito al pubblico utilizzando un intreccio di fili e tubi metallici. Un ingenuo gioco delle biglie che racconta il dramma socio politico dei migranti. Alcune delle opere che quest’anno hanno partecipato alla fiera milanese d’arte contemporanea Miart raccontano tutto questo. Sono, in particolare, quelle presentate dalle 5 gallerie milanesi per la sezione “On Demand”. Si tratta di lavori che hanno la particolarità di richiedere il bisogno di essere “attivati” da chi li possiede per poterne fruirne a pieno. Parliamo di installazioni, opere e performance che instaurano una relazione esclusiva con il collezionista. Eccole raccontate dai galleristi.

1 – Rita Urso Artopia Gallery, Milano

Un dittico di marmo che prende vita fino a trasformarsi in una coppia di innamorati. L’opera che è stata presentata per la categoria On Demand dalla galleria Rita Urso è dell’artista tedesco Johannes Wald. “Nello specifico – ci spiega la gallerista – quest’opera è stata selezionata per On Demand perché necessita di essere attivata dall’esterno tramite elettricità. I suoi blocchi di marmo grezzo vengono riscaldati e gli viene trasmesso calore tramite i cavi di riscaldamento fino a raggiungere la temperatura del corpo. Si tratta quindi di un processo scultoreo al contrario: mentre lo scultore classico modella dall’esterno cercando una figura umana, qui l’umano affiora dall’interno della materia. E’ un dittico di una coppia di innamorati che si innamorano perché raggiungono lo stesso calore fisico ed emotivo”. Oltre a Johannes Wald, gli artisti presentati a Miart 2018 da Rita Urso sono altri tre: Davide Allieri, Jean-Baptiste Maitre e Erika Hock.

La galleria Rita Urso esiste da 18 anni ed è nata inizialmente come uno spazio di progetto dove coesistevano due dimensioni: quella della casa e la galleria. Due spazi separati che interagivano fra di loro per mostrare l’artista. “Abbiamo esordito con Marzia Migliora, poi subito dopo abbiamo esposto lavori di Adrian Paci e Maja Bajevic  – conclude la gallerista -. Con il tempo sono abbiamo riunito in un unico spazio vari artisti che lavorano con differenti linguaggi, di diversi background e età. Il legame con Milano è di nascita, intimo e affettivo. All’interno il panorama dell’arte contemporanea è cambiato tantissimo nel giro di pochi anni, soprattutto in concomitanza con l’utilizzo della tecnologia, è tutto più veloce, capillare e frammentato. La fiera è molto elegante e raffinata, il territorio risponde bene, ho notato che negli anni si è riusciti a stringere ancora di più il legame con il territorio milanese”.

2 – Galleria Raffaella Cortese, Milano

Per On Demand la galleria milanese Raffaella Cortese ha presentato il lavoro “Corner with perimeter” di Francesco Arena. Un’opera dove affiora la dimensione domestica dell’artista, come ci spiegano in galleria. “Consiste in un tubo di dimensioni di bronzo bianco di 2 metri piegato per formare un angolo di 90 gradi in cui l’artista ha inserito un insieme di fili lunghi 48 metri, che rappresenta il perimetro della sua casa. Per cui abbiamo l’unione di qualcosa di fisso, stabile, freddo e duro come il bronzo con qualcosa che possiamo muovere e manipolare a piacere come i fili”.

A Miart 2018 sono state presentate opere di Kim Sooja, Marcello Maloberti, Miroslaw Balka e Monica Bonvicini. Per l’artista italiana Bonvicini, che da sempre vive a Berlino, la galleria ha portato “Satisfy Me”, uno specchio legato alla sua ricerca verso l’erotismo. Lo spazio espositivo di Raffaella Cortese nasce nel 1995 a Milano, rappresenta artisti internazionali e italiani, in totale ad oggi 28. Molte artiste donne, soprattutto americane, come le opere naturalistiche femminili di Kiki Smith e Joan Jonas. “Di quest’ultima abbiamo presentato in fiera un lavoro appartenente alla serie “My new theatre”, qui l’artista si è immaginata di raffigurare in maniera teatrale i propri video”.

3 – Galleria Federico Vavassori, Milano

Un gigantesco Mandala semi invisibile realizzato dall’artista Kaspar Muller composto da una miriade di Swarovski e vetro. Incollati uno ad uno sul muro, seguendo il disegno dell’artista. L’opera che la galleria Vavassori (aperta a Milano dal 2011) presenta a On Demand funziona come una sorta di Wall Drawing, uno schema che si può fare, rifare e rifare ancora.

“L’artista ha voluto realizzare una sovrapposizione fra la cultura spirituale del mandala e la dimensione più profana dei giorni d’oggi dove sono è sempre più diffuso il trend dei libri terapeutici colorati che raffigurato i mandala – racconta la galleria -. Si tratta, quindi, di un lavoro in equilibrio fra questi due mondi e fra il visibile e l’invisibile. Lo vedi solo quanto ti muovi perché brilla, altrimenti scompare nell’architettura. Fragilissimo ma molto complesso allo stesso tempo. Si entra di una sorta di meditazione solo guardandola. E viene realizzata su misura per ciascun cliente”.

4 – Prometeogallery, Milano

Il gioco delle biglie descritto raffigurando le mani che si muovono di un bambino curdo che vive in un quartiere arabo. E’ l’opera “For a Few Socks of Marbles” di Hiwa K, artista curdo-iracheno, con cui la galleria milanese Prometeo ha partecipato alla selzione On Demand di Miart 2018. “Parliamo di una grande installazione composta da due tappeti, un video e una vetrina, che racconta la storia dell’infanzia dell’artista, ma che in sé trasmette anche un messaggio di integrazione sociale e politico – spiega la galleria -. Tra gli altri artisti che abbiamo presentato ci sono Santiago Sierra, Mary Zygouri e Regina José Galindo. Tra gli emergenti invece abbiamo esposto in fiera Fabrizio Cotognini, artista marchigiano che lavora principalmente con il disegno muovendosi fra orizzonti archeologici e storici dell’arte.”

Prometeogallery è nata nel 2005 a Milano su iniziativa di Ida Pisani. Situata nell’emergente quartiere artistico di Lambrate, la galleria si impegna a promuovere attraverso mostre personali e collettive, il lavoro di artisti di rilievo internazionale, con un’attenzione particolare verso le nuove ricerche artistiche dell’est Europa (Russia, Romania, Bulgaria), Grecia e del Sudamerica.

 

5 – Galleria Lia Rumma, Milano

Fotografie in stile documentario che scoprono storie, scorci di città sconosciuti e illuminano gli angoli più bui della notte. La gallerista che fa base a Milano Lia Rumma, per On Demand ha candidato lavori di Tobias Zielony, artista di Berlino interessato ai fallimenti sociali e le carenze dei governi occidentali spronarono i suoi soggiorni a Manitoba, a Napoli, e nel deserto della California meridionale. Nonostante Zielony utilizzi la luce naturale nel suo lavoro, la sua inquadratura racconta che nessuna narrazione è completamente imparziale o senza mediazione.

 Lia Rumma, partenopea di nascita, considera Milano una città di frontiera, verso l’Europa, e può vantare, fra le altre, l’esposizione di opere di Marina Abramović, Vanessa Beecroft, Ugo Mulas, Marzia Migliora, David Lamelas. Il suo spazio espositivo meneghino è una struttura bianca su 4 livelli, brillante fulcro di idee e di innovazione, perché “vendere un’opera d’arte è vendere un’idea” come ha spiegato la gallerista in persona.

 

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