MASTERS OF VUITTON ATTO II: L’ARTE PAGA!

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Quando ancora i critici più ortodossi non hanno avuto modo di riprendere il fiato per la prima ondata di tableaux-à-porter firmate dal controverso Jeff Koons per Louis Vuitton, Maison e artista tornano sulla scena del crimine per un nuova collaborazione.

“Terribili”, “irrispettosi per gli artisti rappresentati”, “imbarazzanti”, “la cosa peggiore di sempre”: sono solo alcun degli epiteti affibbiati dal mondo della critica dell’arte all’omaggio in salsa pop che Vuitton e Koons hanno reso a  Leonardo Da Vinci, Vincent Van Gogh e Tiziano. Di tutt’altro avviso la vox populi che, invece, ha premiato l’idea ambiziosa di questi due creatori di contenuti contemporanei.

 

Jeff Koons

 

Il 27 ottobre, a distanza di pochi mesi dalla prima capsule, arriva nelle boutique LV di tutto il mondo la seconda parte di Masters. Questa volta il progetto a quattro mani si concentrerà sull’arte contemporanea: le Ninfee di Claude Monet, la Ragazza distesa di Francois Boucher, La Terra deliziosa di Paul Gauguin, e ancora Colazione sull’erba di Edouard Manet, Antica Roma di J.m.W. Turner e Il trionfo di Pan di Nicolas Poussin (in esclusiva per il punto vendita di Place Vendôme appena inaugurato) saranno protagonisti della stagione fredda griffata Vuitton. In questo secondo atto di Masters al centro della collezione non troveremo solo le borse, ma anche portachiavi e foulard.

Ovviamente i leoni da tastiera sono tornati a scaldare le dita inorriditi non solo dal prodotto, ma da tutto il battuage mediatico che gira intorno ad esso, mentre i fan del brand si sono riversati in milioni a visualizzare i video distribuiti sul web per l’occasione, corti di animazione in cui, in pochi secondi e a ritmo di musica House, la storia dell’arte che siamo abituati a studiare sui libri o vedere esposta nei musei prende letteralmente vita.

Muovendosi su di un terreno consapevolmente e volutamente scivolosissimo, Koons non è nuovo a ibridazioni e citazioni, anzi, proprio il marzo scorso l’artista è stato condannato per plagio.

Intitolata Naked (1988), l’opera incriminata è una scultura in ceramica che ritrae due bambini nudi intenti a scambiarsi un mazzo di fiori, appartiene alla serie Banality e ricorda da vicino “Enfants” uno scatto di Jean-François Bauret. Nel 2014, pochi mesi dopo la scomparsa del fotografo, la vedova Bauret avviò una causa per contraffazione, una vicenda che ha trovato il suo epilogo per l’appunto la scorsa primavera.

Il marchio dall’inconfondibile monogramma è certamente consapevole di entrare in un campo minato prestando il fianco a profondi moti d’indignazione, sul sito ufficiale, in merito allo stesso Koons leggiamo infatti: “L’artista rimane comunque una figura controversa: la critica l’ha elogiato, ma anche stroncato, per il carattere kitsch delle sue opere. È proprio attraverso questo aspetto che Koons afferma di voler celebrare ciò che ci rende umani.”

Quella di Vuitton è dunque una scelta più che ponderata: sposare una poetica kitsch, perché è quest’ultima ad avvicinare l’arte alle persone.

Sono parte del mio DNA. Quando qualcuno cammina per la strada con questa borsa o si siede ad un bar con questa borsa, sta comunicando amore per l’umanismo” afferma Koons.

Vien da sé infatti che un’operazione come questa offra un’evidente ribalta mediatica non solo alla maison francese e all’artista americano, ma agli stessi soggetti immortalati.

È giusto sottolineare come il mondo dell’arte propriamente detto non condanni il progetto in modo unanime, anzi, la capsule è stata presentata nel più celebre museo al mondo, il Louvre, dall’artista americano quasi fosse la prima di una sua esposizione.

Iniziative come questa sono sempre fonte di grandi dibattiti che vedono orde di denigratori pronte ad attaccare quello che viene reputato un populismo becero e, forse ancor peggio, commerciale, contrapporsi a schiere di sostenitori disposte a tutto per conquistare veri e propri oggetti di culto.

 

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Un detto della saggezza popolare di una volta recitava: “bene o male purché se ne parli”, nel mondo dei social le cose sembrano cambiate davvero poco perché le polemiche non fanno che alimentare la popolarità della collaborazione Koons – Vuitton che, intanto, si godono un trionfo dall’alto dei fatturati di vendita e del successo dei video promozionali sfondando le 20 milioni di visualizzazioni su youtube.

Che non ci sia due senza tre?

Foto via louisvuitton.com

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