MILANO S/S 18: ART ATTACK PT. III

Il Salone del Mobile e le Fashion Week sono due eventi di capitale importanza per Milano, le punte di diamante che contribuiscono a forgiarne l’identità giorno per giorno.

Ecco le collaborazioni più interessanti tra Artisti Contemporanei e Maison di Moda in scena tra il 20 e il 25 settembre 2017 nella Città Meneghina.

Per molti stilisti Milano e Parigi rappresentano un traguardo: se sfili qui allora sei arrivato, o per lo meno ci sei molto vicino! Che lo stile sia parte integrante del patrimonio italico non è dunque una novità. Da sempre arte, moda, architettura, design, convivono sotto il cielo tricolore in perfetta armonia. Ognuno di questi ambiti esercita, e al tempo stesso subisce, l’influenza di tutti gli altri.

Ma se il nostro attaccamento a un glorioso e illustre passato  è noto, come ce la caviamo nei confronti dell’arte contemporanea?

A giudicare le passerelle milanesi per la stagione primavera/estate 2018: alla grande!

Si parte da un colosso storico come Fendi. Karl Lagerfeld e Silvia Venturini Fendi si lasciano ispirare da un’avanguardia tipicamente italica: il Futurismo. Se affermare che il processo creativo del duo sia stato influenzato da Palazzo della Civiltà Italiana, diventato recentemente sede dell’high quarter della Maison romana, rappresenta solo un’ipotesi fondata, ad essere certo è invece l’ interesse da parte dei designer per quello sforzo di catturare la velocità intrinseca all’epoca della macchina moderna che caratterizzava questa compagine. Tramite la tecnica del cut out, le silhouette costruite, i pattern geometrici i fashion designer della Doppia F tentano di restituire proprio questo dinamismo. Il loro è  “Il Futurismo italiano che incontra lo stile tropical” in cui “tessuti diafani si accompagnano alle righe simmetriche e ai motivi a scacchi…”

Iconica e Super Pop, Donatella Versace volge lo sguardo al passato: nel ventesimo anniversario della scomparsa di Gianni, la stilista ne celebra il genio riproponendone le stampe da archivio datate 1991-1995. 

“ Un genio…un’icona…mio fratello”. In una sfilata evento, le Super Top targate anni 90′, Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Carla Bruni, Helena Christensen, si stringono attorno alla Creative Director.

Se il rapporto tra Versace e l’arte contemporanea meriterebbe un capitolo a sé stante (vanta collaborazioni con Pomodoro, Rotella e Veronesi tra gli altri), è comunque doveroso in questa sede precisare che il designer vedeva in Warhol un’anima gemella. Qui, con una sorta di doppia citazione (Donatella cita Gianni che citava Warhol), i ritratti di Marilyn e James Dean degli anni ’60 tornano a nuova vita. Del resto, ancora oggi, c’è qualcuno più contemporaneo del Vate del Pop?

Accesa, anzi accesissima, la palette di colori della donna Agnona: Simon Holloway esprime tutta la joie de vivre della bella stagione con una gamma cromatica squillante che si traduce in color-block e stampe ispirate a David Hockney.

La vocazione sportswear-oriented del Brand incontra dunque l’iconografia di uno dei più grandi ritrattisti del XX secolo. Nato britannico, ma californiano d’adozione, Hockney è noto per uno stile personale e ironico, in cui realismo figurativo ed elementi astratti s’incontrano dando vita a opere in cui ritroviamo tutti i reverberi di luce accecanti e le tinte vivaci della West Coast. Questo è peraltro un’anno di grande visibilità per l’artista: i suoi lavori sono stati, sono e saranno esposti presso la Tate Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, la veneziana Ca’ Pesaro, il MoMa di New York, il Guggenheim di Bilbao e il Los Angeles County Museum of Art.

Proseguendo con i nomi che hanno reso grande la moda italiana, per la prossima bella stagione Prada s’invaghisce dell’arte dei fumettisti, mentre, per festeggiare i 20 anni della direzione creativa del marchio di famiglia, Angela Missoni chiede a Rachel Hayes di creare una scenografia per il proprio defilé trasformandolo, di fatto, in una festa.

“Un incontro di generi e suggestioni che confluiscono e si riuniscono nell’environment concepito ad hoc dall’artista americana. Una gigantesca tenda-patchwork, stratificazione di tessuti e vinili, colori e trasparenze, che si altera e modifica con la luce, amplificando le proprietà del colore, il potere intrinseco, evocativo e simbolico dei materiali.”

Artista ormai di fama internazionale, attraverso l’uso di luce ed ombra e dello spazio, il lavoro di Rachel Hayes esplora i processi costitutivi della di pittura mantenendosi sempre in precario equilibrio tra dimensioni mastodontiche e la tecnica del cucito. Perfetta per Missoni, che ha fatto della maglieria variopinta la propria punta di diamante.

Quando Vivetta Ponti si è imbattuta casualmente nel profilo Instagram di Andrey Remnev ha immediatamente capito di aver incontrato un’anima affine, così gli ha chiesto subito di collaborare. Ispirati dai movimenti artistici tradizionali russi dei secoli passati e dalle immagini mistiche ortodosse religiose, le opere di Remnev possiedono un’estetica surreale e trasognante. La stessa di Vivetta che, per rendere palpabile il mondo fiabesco creato dall’artista Russo, punta tutto sul sapiente uso di materiali e decori. La proposta primavera/estate 2018 ci trasporta all’interno di una narrazione surreale fatta di trionfi fluo, elementi stranianti e preziosissimi tessuti, un universo popolato da centauri e creature mitologiche, gufi, libellule, foglie esotiche dal formato extra-large e geroglifici cartoonlike.

Omaggi, ma non solo. Durante la fashion week milanese abbiamo assistito anche a vere e proprie partnership e collaborazioni con artisti di fama internazionale. I brand italiani confermano l’attitudine all’arte del Bel Paese, un luogo in cui l’eco di ieri risuona potente, ma senza inibire la curiosità verso orizzonti contemporanei…questioni di feeling…

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